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Mercato Unico Digitale: per gli editori italiani, la Ue poco coraggiosa su eBook e fisco

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Apprezzamento dell’AIE per il documento strategico della Ue. Alcune questioni meritano però maggiore approfondimento: Iva su eBook, fisco e intermediari di internet.

Solleva qualche dubbio tra gli editori la strategia per la realizzazione del Mercato Unico Digitale, presentata la scorsa settimana dalla Commissione europea.

Centrale nel progetto della Ue la riforma del diritto d’autore e dell’audiovisivo in generale davanti all’avanzata sempre più evidente delle grandi multinazionali di internet in questo settore.

Forse però la Ue poteva fare di più.

Le novità annunciate sono tante e ovviamente tutte ampiamente condivise ma gli editori si aspettavano un maggiore impegno in alcuni settori particolari, come per esempio la questione dell’Iva sugli eBook o quella fiscale che più in generale riguarda le web company che grazie a sofisticati sistemi riescono a eludere le tasse, falsando la concorrenza.

L’Associazione Italiana Editori (AIE) accoglie bene la strategia della Ue per il Digital Single Market, ma non tralascia infatti di sottolineare alcuni aspetti critici che meritavano un ulteriore approfondimento.

I nodi sono diversi. In primo luogo appunto l’Iva sugli eBook. Anche se pare che ci sia la volontà del presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, di avviare per il 2016 la riforma, riducendo l’aliquota per i libri elettronici, è anche vero che il documento presentato lascia un po’ scontenti.

Il testo avrebbe potuto essere più coraggioso perché il riferimento alla riforma generale dell’Iva in Europa rischia di implicare tempi molto lunghi, ma è importante che il tema sia sul tappeto”, ha sottolineato il presidente dell’AIE, Marco Polillo.

Altra questione è quella fiscale. Anche questa non affrontata in modo approfondito specie per quanto riguarda i rischi di concorrenza sleale della distribuzione dei contenuti dove è sempre più forte la presenza delle web company per le quali non sono previste le stesse regole dei provider tradizionali.

L’AIE anche in questo caso si sarebbe aspetta una posizione più chiara proprio sulla figura degli intermediari di internet.

Ovviamente c’è tanto da fare. “E’ l’inizio di un percorso cui siamo molto interessati a partecipare”, ha commentato Polillo, constatando che fa piacere che la “la Commissione sottolinei il ruolo delle industrie creative in questo scenario, e quindi anche dell’editoria, nello sviluppo dell’Europa digitale, e negli obiettivi di crescita e occupazione che sono alla base della sua strategia”.

Il documento della Commissione, indica l’AIE, evidenzia l’importanza della tutela del diritto d’autoreper garantire lo sviluppo delle industrie creative, e lo affronta a 360 gradi, proponendo una serie di temi su cui annuncia necessari approfondimenti per arrivare in tempi rapidi a concrete proposte normative”.

 

Molti gli argomenti affrontati: la territorialità, e in particolare la possibilità per i consumatori che acquistino accessi legali in un paese di utilizzarli anche in un altro paese dell’Unione; l’armonizzazione delle eccezioni, alla ricerca di “soluzioni che massimizzino l’offerta disponibile per gli utenti e aprano nuove opportunità per gli autori preservando al contempo l’equilibrio economico dei media e dei contenuti innovativi europei”; la lotta alla pirateria in Internet, che sia efficace anche cross-borders; la necessità di un ruolo più attivo degli intermediari del web nella rimozione dei contenuti illegali pubblicati attraverso i propri servizi.

Per Polillo, però, “La posizione italiana sullo stesso tema, pubblicata a fine marzo, è ancora più incisiva, richiamando ad esempio la necessità di sostenere soluzioni contrattuali innovative, basate su licenze, per favorire l’accesso legale ai contenuti”

In ogni caso il presidente dell’AIE osserva “anche su questo il documento della Commissione lascia aperte le porte a soluzioni autenticamente innovative”.

Altro tema di grande rilevanza, rileva l’AIE, è quello della concorrenza tra industrie creative e grandi intermediari di Internet, il cui potere di mercato “preoccupa” la Commissione, che di conseguenza si impegna a condurre un’analisi di vari aspetti del problema: dall’uso delle grandi quantità di dati raccolti dalle piattaforme online ai rapporti tra queste e i fornitori dei contenuti, e alla necessità di garantire ai consumatori la portabilità dei contenuti, oggi spesso bloccata dalla mancanza di interoperabilità.

“Forse si sarebbe potuto aggiungere anche qui un cenno al tema fiscale – ha aggiunto Polillo – giacché quando in uno stesso mercato gli operatori non sono soggetti agli stessi regimi fiscali, la concorrenza rischia di essere semplicemente una chimera”.

“Nel complesso – conclude l’AIE – il documento della Commissione apre un percorso, che dovrà passare da analisi di impatto, approfondimenti, ricerca di equilibrio tra esigenze diverse”. E gli editori sono pronti a fare la loro parte.

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