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Mercato Unico Digitale, la Ue fissa le 3 aree intervento

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La Commissione Ue definisce le 3 aree di intervento per la realizzazione del Mercato Unico Digitale: miglior accesso a beni e servizi, diffusione delle reti e crescita a lungo termine. Ansip: ‘Sbarazziamoci di tutte le barriere’

Ancora troppi ostacoli per la realizzazione del Mercato Unico Digitale. Internet è una miniera di opportunità. Dalla possibilità di guardare un film, acquistare o vendere online alla connessione con gli amici, tutta gira ormai intorno al web.

Ma per far decollare il Digital Single Market bisogna agire in fretta, eliminando lacci e lacciuoli che ancora frenano una serie di servizi a partire dal commercio elettronico, sul quale la scorsa settimana la Commissione Ue ha deciso di avviare un’indagine per verificare l’eventuale condotta anticompetitiva di alcune aziende.

Il Mercato Unico Digitale è considerato una priorità dalla Commissione presieduta da Jean-Claude Juncker che a maggio presenterà un pacchetto di proposte.

In vista dell’imminente scadenza, anche il Governo italiano ha consegnato un proprio documento alla Ue, chiedendo un cambio di passo su investimenti in banda ultralarga, Roaming, Net Neutrality e Sicurezza.

La scorsa settimana i Commissari hanno avviato una prima discussione sui temi più urgenti, quali appunto la rimozione degli ostacoli che ne impediscono la piena realizzazione.

Sulla base del lavoro realizzato dal Vicepresidente Andrus Ansip e dalla sua squadra, sono state individuate tre aree di azione per definire il mandato di questa Commissione:

 

  1. Miglior accesso a beni e servizi digitali per i consumatori e le imprese;
  2. Creazione di un ambiente propizio che favorisca la diffusione delle reti e dei servizi digitali;
  3. Creare una European Digital Economy and Society con potenzialità di crescita a lungo termine.

Se i servizi digitali non oltrepassano i confini nazionali

“Ogni giorno – sottolinea la Commissione in una nota – cittadini e imprese dell’Ue si scontrano con numerose barriere, che vanno dal geoblocco o dalle inefficienze nella consegna dei pacchi oltre frontiera ai servizi digitali non connessi. Troppo spesso i servizi digitali non oltrepassano i confini nazionali. La Commissione Juncker si è prefissa l’obiettivo prioritario di rimuovere questi ostacoli e di creare un Mercato Unico Digitale. In tal modo le libertà del mercato unico dell’Ue potranno essere estese al settore digitale, incentivando la crescita e l’occupazione nel nostro continente”.

Il collegio dei Commissari ha tenuto questa prima discussione sulla strategia per il Mercato Unico Digitale e definito gli ambiti principali su cui la Commissione concentrerà il proprio lavoro per mettere in moto cambiamenti reali che incideranno su consumatori e imprese.

Andrus Ansip: ‘Sbarazziamoci di tutte le barriere’

Il vicepresidente responsabile per il Mercato unico digitale, Andrus Ansip, ha affermato: “Sbarazziamoci di tutte le barriere che ci bloccano. Le persone devono poter attraversare liberamente i confini quando sono online, come già avviene offline. Bisogna aiutare le imprese innovative a crescere in tutta l’Ue, per evitare che restino confinate al loro mercato nazionale. Il percorso non sarà privo di ostacoli, ma abbiamo bisogno di un inizio ambizioso. L’Europa dovrebbe sfruttare pienamente i vantaggi dell’era digitale: servizi migliori, maggiore partecipazione e nuovi posti di lavoro.”

Günther Oettinger: ‘In Europa un mosaico di 28 normative diverse per i servizi tlc’

Il Commissario responsabile per l’Economia e la società digitali, Günther H. Oettinger, ha dichiarato: “L’Europa non può essere all’avanguardia della rivoluzione digitale con un mosaico di 28 normative diverse per i servizi di telecomunicazione, il diritto d’autore, la sicurezza informatica e la protezione dei dati. Abbiamo bisogno di un mercato europeo, che consenta il fiorire di nuovi modelli di business e permetta alle startup di crescere e all’industria di sfruttare l’internet delle cose. Anche le persone devono investire, migliorando le proprie competenze informatiche, in relazione sia al lavoro che al tempo libero.”

Ma vediamo nel dettaglio le tre aree di intervento sulle quali lavorerà la Commissione.

  1. Migliore accesso ai beni e ai servizi digitali da parte di consumatori e imprese
  • Semplificazione del commercio elettronico transfrontaliero, soprattutto per le PMI, grazie a norme armonizzate in materia di contratti e consumatori e a una consegna dei pacchi più efficiente ed economicamente accessibile. Oggi solo il 15% dei consumatori fa acquisti online da altri Stati membri, il che non dovrebbe sorprenderci, visto che le spese di consegna finiscono per essere superiori al prezzo effettivo del prodotto (ulteriori dati sono riportati nella scheda informativa).
  • Lotta al geoblocco: troppi europei non possono utilizzare i servizi online disponibili in altri paesi dell’UE, spesso senza alcuna giustificazione, o sono reindirizzati verso un negozio locale con prezzi diversi. Una tale discriminazione non è concepibile in un mercato unico.
  • Modernizzazione delle norme in materia di diritto d’autore per garantire il giusto equilibrio tra interessi degli autori e interessi degli utenti o dei consumatori. Tale intervento migliorerà l’accesso alla cultura, sostenendo così la diversità culturale, e allo stesso tempo sbloccherà nuove opportunità per artisti e creatori di contenuti e garantirà una maggiore tutela dei diritti.
  • Semplificazione del regime IVA, fattore importante per incentivare le attività transfrontaliere delle imprese, soprattutto le PMI. I costi e la complessità derivanti dal fatto di dover interagire con le norme tributarie di altri paesi rappresentano un grosso problema per le PMI. Secondo le stime, i costi legati all’IVA derivanti dall’applicazione di disposizioni diverse ammontano a 80 miliardi di euro.
  1. Creazione di un ambiente propizio che favorisca la diffusione delle reti e dei servizi digitali

 

  • Tutti i servizi, le applicazioni e i contenuti digitali dipendono da connessioni internet ad alta velocità e reti sicure: la linfa vitale dei nuovi servizi digitali innovativi. Al fine di incoraggiare gli investimenti nelle infrastrutture, la Commissione rivedrà quindi le attuali norme in materia di telecomunicazioni e media, perché siano più adatte a far fronte alle nuove sfide, in particolar modo per quanto riguarda i servizi utilizzati dai consumatori (ad esempio, il numero crescente di chiamate vocali via internet) e i nuovi attori del settore.
  • Lo spettro è ossigeno per internet. Migliorare il coordinamento tra gli Stati membri è essenziale. L’Europa ha registrato forti ritardi nell’introduzione dell’ultima tecnologia 4G a causa dell’indisponibilità di spettro idoneo. Lo spettro non si ferma ai confini nazionali e va gestito secondo un approccio europeo per promuovere un vero mercato unico con servizi paneuropei.
  • La Commissione valuterà la crescente importanza delle piattaforme online (motori di ricerca, social media, app store, ecc.) per una florida economia di internet, esaminando in che modo rafforzare la fiducia nei servizi online attraverso una maggiore trasparenza, come inserirli nella catena del valore online e come agevolare la rapida rimozione dei contenuti illegali.
  • Oggi il 72% degli internauti europei è diffidente nei confronti dei servizi online perché teme di dover rivelare troppi dati personali. La rapida adozione del regolamento sulla protezione dei dati è fondamentale per rafforzare la fiducia.
  1. Creazione di un’economia e una società digitali europee con potenzialità di crescita a lungo termine

 

  • L’industria è un asse portante dell’economia europea: nel settore manifatturiero dell’UE si contano 2 milioni di aziende e 33 milioni di posti di lavoro. La Commissione intende aiutare tutti i settori industriali a integrare nuove tecnologie e gestire la transizione verso un sistema industriale intelligente (“Industria 4.0”).
  • Standard: garantire l’interoperabilità per le nuove tecnologie è essenziale per la competitività dell’Europa ed è pertanto necessario svilupparli in fretta.
  • La Commissione desidera inoltre che l’industria e la società sfruttino al massimo l’economia dei dati. Ogni secondo vengono prodotte grandi quantità di dati, dalle persone o dalle macchine, ad esempio i sensori che raccolgono le informazioni sul clima, le immagini satellitari, le foto e i video digitali, le registrazioni delle operazioni di acquisto o i segnali GPS. I big data (megadati) sono una miniera d’oro, ma pongono anche importanti sfide, che riguardano ad esempio la proprietà, la protezione dei dati e gli standard,che vanno affrontate per sbloccarne il potenziale.
  • Lo stesso vale per il cloud computing, il cui utilizzo è in rapido aumento: pare che la percentuale di dati digitali memorizzati nella “nuvola informatica” sia destinata a passare dal 20% (2013) al 40% nel 2020. Le reti e le risorse condivise possono dare impulso alla nostra economia, ma hanno bisogno di un contesto adeguato che ne favorisca la diffusione e l’utilizzo da parte di persone, aziende, organizzazioni e servizi pubblici in tutta Europa.
  • Gli europei dovrebbero inoltre poter beneficiare pienamente di servizi elettronici interoperabili, dall’eGovernment all’eHealth, e sviluppare le proprie competenze digitali per cogliere le opportunità offerte da internet e aumentare le probabilità di successo nella ricerca di un lavoro.

 

Position Paper dell’Italia sul Mercato Unico Digitale

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