Il punto sul Mercato Unico Digitale e gli investimenti realizzati nella Ue al centro della conferenza stampa di inizio anno che ha tenuto oggi il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker.
“Siamo riusciti a mobilitare 50 miliardi di euro in 22 Paesi membri nell’ambito del Piano di Investimenti UE“, ha indicato Juncker, sottolineando che “le priorità della Commissione sono la crescita e l’occupazione” vista la crisi economica che ancora attanaglia l’Europa.
Juncker ha osservato che il Digital Single Market contribuirà con 250 miliardi di euro alla crescita.
Le tensioni con Renzi
Il tutto avviene mentre si raffreddano i rapporti tra Ue e Italia. Oggi Juncker ha attaccato il Premier, dicendo: “Ho grande rispetto per il primo ministro italiano Matteo Renzi“, ma “tende a sminuire la Commissione ogni volta che ne ha l’occasione. Ho lasciato la politica interna da tempo, quindi forse ho perso” il polso a quel livello, “ma penso che l’Italia non dovrebbe essere troppo pronta a criticare la Commissione”.
“Abbiamo dato grande flessibilità” sui conti pubblici, ha detto ancora Juncker, ma “sono rimasto molto sorpreso quando Renzi ha detto che era stato lui a introdurre la flessibilità“. In realtà “ero stato io“, ha puntualizzato.
L’Italia, ha aggiunto Juncker, “è stata molto proattiva e collaborante, ma il signor Renzi si è sempre lamentato del fatto che io non sono mai andato in Italia in veste ufficiale da quando sono in carica”.
Il presidente della Commissione ha però ricordato di aver avuto con Renzi “un incontro bilaterale a Cipro”.
“Spero – ha concluso – che riusciremo a risolvere finalmente il problema cipriota, ma, prima che questo succeda, devo pensare all’Italia”.
81 mila PMI hanno beneficiato del Piano Ue per gli investimenti
Tornato al Mercato Unico, oggi a Bruxelles il presidente della Commissione Ue ha quindi invitato gli Stati membri a proseguire nella strategia per le riforme strutturali, la responsabilità fiscale e gli investimenti strategici.
Riguardo al Piano di investimenti avviato, Juncker ha ricordato che alcuni erano convinti che il Piano non avrebbe funzionato, che non sarebbe piaciuto ai governi e ai privati. Così non è stato.
“Nei primi tre mesi – ha indicato – sono stati mobilitati 50 miliardi di euro in 22 Stati membri e 81 mila PMI hanno beneficiato di questo piano”.
I timori del Parlamento Ue
Dall’Europarlamento arriva però un grido d’allarme. In una proposta di risoluzione presentata dai parlamentari europei della Commissione Mercato e Industria che sarà discussa martedì, si evidenzia che le pratiche di geoblocking così come le discriminazioni basate sugli indirizzi IP, postali o del Paese di emissione della carte di credito deve finire perché bisogna migliorare l’accesso dei consumatori di beni e servizi.
Gli eurodeputati chiedono quindi la rapida adozione dei 16 punti della strategia per il Digital Single Market presentati lo scorso 6 maggio che dovranno essere realizzati entro la fine del 2016.
Gli parlamentari Ue sono preoccupati e nella loro proposta di risoluzione indicano che le nuove disposizioni europee sul mercato unico dovrebbero garantire nuove opportunità per gli utenti e le aziende, servizi online transfrontalieri innovativi, a prezzi competitivi, per emergere e crescere; rimuovere le barriere tra Stati membri e facilitare l’accesso per le imprese europee, specie le PMI e le startup, su un mercato aperto. Tutto questo sarebbe un fattore chiave di crescita e occupazione per la Ue.
I parlamentari temono che l’attuale situazione sia complicata e che gli Stati membri non perseguano una via comune per la realizzazione del Mercato Unico Digitale.
Ci sono infatti nella Ue diversi approcci per la regolamentazione di internet e della sharing economy che rappresenta nuovi modelli di business per la vendita di beni e servizi online (come per esempio Uber, eBay o Airbnb).
Nella proposta di risoluzione si sottolineano le opportunità che potrebbero far crescere l’economia e la società e che arrivano da big data, cloud o stampa 3D.
Attualmente solo l’1,7% delle aziende Ue stanno fruendo di tecnologie digitali avanzate e solo il 14% delle PMI usa Internet come canale di vendita.
Nel 2013 la misura del mercato globale della sharing economy era di circa 3,5 miliardi mentre oggi la Commissione stima un potenziale di crescita che supera i 100 miliardi di euro.
Bisogna agire in fretta, concludono gli europarlamentari, per elaborare le azioni da intraprendere per completare il Mercato Unico Digitale.