l'analisi

Mercato unico digitale: ‘Conflitti interni alla Ue frenano gli investimenti’?

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Per John Strand le due agenzie che si occupano di tlc (DG Comp e DG Connect) non sono allineate. Un approccio ‘bi-polare’ che mette a rischio la ripresa economica e lo sviluppo digitale dell’Europa.

La coabitazione, in seno alla Commissione europea, di due Direzioni Generali (DG) che si occupano di telecomunicazioni rischia di indebolire ancora di più gli investimenti in un settore che avrebbe invece bisogno di pigiare sull’acceleratore per consentire all’Europa di recuperare il forte gap digitale.

Ne è convinto l’analista John Strand che – riferendosi alla DG Comp (concorrenza) e alla DG Connect (società digitale) – parla di ‘approccio bipolare’ che potrebbe finire per ledere agli investimenti, all’occupazione e allo sviluppo, già in estremo ritardo, dell’Europa digitale.

Una “schizofrenia”, dice sempre Strand, che allontana la prospettiva di un quadro regolamentare stabile – presupposto fondamentale per stimolare gli investimenti a lungo termine nelle infrastrutture.

DG Comp fa capo al Commissario alla Concorrenza Margrethe Vestager, si occupa delle politiche antitrust decidendo, in sostanza, anche se approvare o meno operazioni di fusione tra società concorrenti. Ma lo fa, spiega Strand, con un approccio “tipo ‘negozio di alimentari’ contando il numero di rivenditori anziché la diversità delle tecnologie” e senza riconoscere che le telecomunicazioni richiedono ingenti investimenti per diversi anni.

La DG Connect fa capo a Andrus Ansip e Günther Oettinger potrebbe essere considerato il ‘braccio operativo’ ed è responsabile di assicurare che gli europei abbiano accesso alle infrastrutture di telecomunicazione, che sono la spina dorsale della moderna società digitale, garantendo un quadro adatto agli investimenti. L’approccio della DG Connect è “realistico” e riconosce la necessità di consolidare il mercato tlc europeo per attrarre investimenti e rinforzare le reti digitali.

“Non è inevitabile che due agenzie della stessa commissione siano in conflitto riguardo le policy sulle telecomunicazioni. Idealmente, i punti di forza di una dovrebbero rinforzare le carenze dell’altra. Ma in pratica – sottolinea Strand – l’approccio bipolare della Commissione, con un’agenzia che tenta di accelerare gli investimenti e l’altra che li scoraggia è un pericolo per il futuro economico e digitale dell’Europa”.

Il divario tra gli approcci delle due agenzie, aggiunge, fa pensare che i tre commissari responsabili “non abbiano mai discusso di cosa sia necessario per risanare il mercato tlc europeo”.

Se, sul versante politico, serve allinearsi su una strategia comune per non perdere altro tempo prezioso, dall’altro lato è troppo facile dare la colpa sempre agli altri. Anche le telco, secondo Strand, hanno peccato di un difetto di comunicazione nei confronti dei governi nazionali e della Commissione.

La soluzione? Come per ogni tipo di rapporto, prima di tutto è essenziale parlarsi. Solo con una efficace e continua comunicazione tra telco e sistema politico si potrà creare un quadro regolamentare in grado di stimolare gli investimenti sul lungo periodo.

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