La nuova Commissione europea potrebbe rimettere mano al pacchetto sul Digital Single Market dell’ex Commissario Neelie Kroes, almeno stando a una lettera inviata dal presidente Jean-Claude Juncker ai Commissari e anticipata dal blog del Wall Street Journal Real Time Brussels.
“Siete anche invitati a esaminare tutte le proposte in sospeso nella vostra area di competenza e a segnalare quelle che dovremmo riesaminare insieme per esempio perché ritenete che non hanno possibilità di essere adottate in futuro o perché il grado di ambizione realizzabile non corrisponde agli obiettivi perseguiti”, si legge nella lettera.
Tra i testi pendenti più controversi c’è proprio la riforma delle telecomunicazioni che comprende, lo ricordiamo, una Comunicazione sul Single Market e una Raccomandazione sugli obblighi di non discriminazione e determinazione dei costi, e che dovrebbe conferire alla Commissione più poteri nell’assegnazione dello spettro, porre fine alle tariffe di roaming e stabilire alcuni principi base della net neutrality, per la prima volta in Europa.
Secondo i suoi detrattori, però, Il Commissario Kroes aveva le idee giuste ma in ultima analisi non ha avuto il coraggio di costringere l’Europa a ingoiare la pillola. Si è fatta così cooptare dai populisti che chiedevano solo misure placebo come l’abolizione del roaming e la net neutrality. Il progetto, quindi, è arrivato alle battute finali con un testo decisamente snaturato rispetto agli obiettivi iniziali che era quello di “sfruttare tutte le fonti di crescita per uscire dalla crisi, creare nuovi posti di lavoro e riguadagnare competitività”.
Il Parlamento ha approvato, quindi, il pacchetto ad aprile ma poi gli Stati membri non hanno trovato un accordo sulla riforma evidenziando, in particolare, un eccessivo sbilanciamento dei poteri in favore della Commissione.
Tutto rinviato, quindi al nuovo esecutivo, che – secondo la lettera – potrebbe apportare sostanziali modifiche alla legislazione se non decidere di ricominciare da zero con un nuovo testo.
Il neo commissario Oettinger, dal canto suo, ha già preso una posizione favorevole all’industria di settore, sottolineando che agli operatori deve essere consentito di realizzare profitti equi.
Nell’Allegato 2 della lettera si sottolinea quindi che entro i primi sei mesi del mandato della nuova Commissione dovrà essere predisposta “una riforma più ambiziosa del mercato delle telecomunicazioni” e quindi, nel secondo semestre 2015, tra “i suggerimenti per nuove importanti iniziative” c’è anche il pacchetto Digital Single Market (DSM).
La lettera non fornisce ulteriori dettagli, ma è molto probabile che al centro della revisioni ci sarà la net neutrality: le misure approvate dal parlamento europeo hanno infatti suscitato molte polemiche tra le aziende del settore. Così come un acceso dibattito hanno suscitato oltreoceano le ultime dichiarazioni del presidente Barack Obama.
Se queste premesse dovessero diventare realtà, (il portavoce di Juncker ha precisato che la lettera esiste ma è un documento di lavoro non vincolante) le telco europee avrebbero di che rallegrarsi, vista la loro forte opposizione alle proposte elaborate da Neelie Kroes e le loro insistenti richieste per regole che garantissero parità di condizioni tra loro e gli over the top come Google, Apple e Facebook.
“Se questi cambiamenti ci saranno, come ci auguriamo, ci saranno le condizioni migliori per attrarre quegli investitori internazionali, con grandi disponibilità e a un tempo desiderosi di investire, che oggi il mercato esprime”, ha detto Luigi Gambardella presidente dell’Executive Board di ETNO.
“E’ un’opportunità incredibile ed è per questo che guardiamo con fiducia al Presidente Juncker”, ha aggiunto