Si è parlato di Mercato Unico Digitale a Venezia nel corso della tavola rotonda organizzata da The European Producers Club (EPC), la Direzione Generale Cinema – MiBACT, la Biennale di Venezia e ANICA.
Il convegno, dal titolo “The Digital Single Market Strategy and the Audiovisual Industry”, ha visto la partecipazione di alcuni importanti operatori di mercato e di rappresentanti delle Istituzioni nazionali ed europee tra cui l’On.le Silvia Costa, Presidente della Commissione Cultura e Istruzione del Parlamento Europeo, Anna Herold, membro del Gabinetto del Commissario per l’economia e la società digitale Gunther Oettinger, il Sottosegretario del Ministero dello Sviluppo Economico con delega alle comunicazioni Antonello Giacomelli e Nicola Borrelli, Direttore Generale per il Cinema presso il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.
L’evento è stato aperto dai saluti del Presidente della Biennale Paolo Baratta che nel suo intervento ha posto l’accento sul fatto che la necessità di avere delle regole a salvaguardia di un comparto non vuol dire avere un atteggiamento antiliberista sulla questione.
Il tema, di grande attualità, è di fondamentale importanza non solo per il nostro settore ma per la crescita dell’economia digitale europea. Come noto, la Commissione Juncker ne ha posto lo sviluppo come uno degli obiettivi del suo mandato.
Silvia Costa, Presidente della Commissione Cultura del Parlamento Europeo, ha sottolineato, nel suo intervento alla tavola rotonda, la necessità di norme che rendano realmente competitivo il settore audiovisivo in Europa, garantendo la tutela del Diritto d’Autore e la varietà dei contenuti. Siamo infatti di fronte ad una grande opportunità ma è necessario il coinvolgimento di tutte le parti interessate.
Da alcune posizioni sulla questione, circolate in questi ultimi mesi, era addirittura emerso come il freno allo sviluppo fosse l’attuale regime del copyright che non prevede l’imposizione di licenze multi-territoriali e l’accesso transfrontaliero ai contenuti. Questo filone di pensiero, oltre a spaventare in termini teorici (per favorirne la crescita il mercato non deve essere più libero?), ignora completamente le fondamenta sulle quali lo stesso è costruito. Il finanziamento dei contenuti dipende infatti in maniera peculiare dall’abilità di vendere anticipatamente e licenziare i territori su base esclusiva laddove i licenziatari prevedono vi sia una potenziale domanda del contenuto da parte del mercato locale.
Fortunatamente, il 9 luglio scorso l’Europarlamento in seduta plenaria ha approvato a larghissima maggioranza una versione notevolmente modificata del Rapporto redatto dall’On.le Reda sulla questione riconoscendo proprio il primo di questi principi, quello della territorialità, e sottolineando la necessità dei diritti esclusivi e il ruolo fondamentale del Copyright.
Rimane ancora però una questione su cui l’Europa non si è pronunciata in maniera chiara e precisa: il c.d “geoblocking”, ossia l’accesso transfrontaliero ai contenuti.
Anche il Sott. alle Comunicazioni, l’On. Antonello Giacomelli, presente all’evento di Venezia, ha riconosciuto come la valorizzazione territoriale dei diritti delle opere filmiche sia fondamentale per il sistema nel suo complesso.
A suo avviso, comunque, una riforma delle regole, nell’ambito della Strategia sul MUD, non è più rinviabile.
E’ innegabile come ci sia da parte del consumatore europeo una domanda di accesso ai servizi per i quali paga anche al di fuori dei confini nazionali. Anche qui, come per la licenza territoriale, deve essere lasciata però al mercato e agli operatori la libertà contrattuale di definire le modalità. La licenza di accesso dai singoli territori accresce e determina in maniera fondamentale il valore del Diritto, e una legislazione che impone l’accesso transfrontaliero ai contenuti svalorizzerebbe questa componente vitale per il finanziamento delle produzioni, minando di conseguenza il valore delle prevendite così come quello della licenza esclusiva.
Nella stesura finale della relazione, il Parlamento Europeo ha infine sostenuto un più equilibrato bilanciamento su quanto spetta ai detentori dei diritti. Il nuovo testo sottolinea infatti come non sia più sostenibile l’imponente “value gap” esistente tra le remunerazioni dei fornitori di servizi (provider, motori di ricerca, aggregatori, social network) e quelle dell’industria culturale e degli autori.
L’industria in questi anni ha fatto la sua parte. E’ oltre modo evidente che i contenuti a disposizione sul web sono aumentati in questi ultimi anni in Italia grazie all’impegno (e alla libera iniziativa in libero mercato) delle imprese. In questo senso ritengo giusto un ragionamento di più ampio spettro su tutti i soggetti presenti nella nuova filiera digitale. L’industria creativa e audiovisiva in Europa, al cui centro vi è il copyright, è un volano per la crescita e l’occupazione. Il copyright non è quindi un “freno” alla crescita, quanto invece il suo “motore”. E’ grazie al suo rafforzamento che l’industria creativa è nata e continua a svilupparsi. Anche il Premio Oscar Michel Hazanavicius, tra i relatori dell’incontro tenutosi a Venezia, ha concordato nel suo intervento che il principale ostacolo al Mercato Unico Digitale è costituito proprio dalla pirateria.