Dal completamento del mercato unico digitale potrebbe arrivare un tesoretto non indifferente per l’economia europea: secondo stime della Commissione, l’abbattimento delle barriere nazionali e la creazione di un vero single market digitale potrebbe generare una crescita di 250 miliardi di euro e avere una ricaduta positiva sull’occupazione. Ma l’Europa deve muoversi in fretta per recuperare il gap nei confronti di altre aree del mondo che, adottando politiche lungimiranti e in grado di stimolare domanda e offerta, hanno saputo massimizzare con molto anticipo rispetto all’Europa i benefici dell’economia digitale, pensiamo soprattutto agli Usa e all’Asia.
Dopo l’appello del neo presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker, la necessità di accelerare sul completamento del mercato unico digitale è stata ribadita ieri anche dal sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli nel corso dell’incontro con il premier del Lussemburgo Xavier Bettel e il ministro dei trasporti e delle tlc della Lettonia Anrijs Matīss, i due paesi che gestiranno la presidenza del Consiglio europeo dopo il semestre a guida italiana,
Giacomelli ha ribadito che l’Europa dovrebbe parlare a una sola voce anche sul “mercato unico digitale, la direttiva Nis sulla sicurezza delle reti e la Net neutrality”.
“L’Italia considera il digitale una priorità del suo semestre di presidenza e intende operare perché l’Europa parli con una voce sola anche sull’Internet governance” ha continuato Giacomelli che all’inizio di agosto si recherà anche a Berlino e Varsavia, ultime tappe di un giro delle principali capitali europee in preparazione del semestre di presidenza italiana del Consiglio Ue delle telecomunicazioni che lo ha portato anche a Madrid, Parigi e Londra.
“La Net neutrality – ha aggiunto Giacomelli – deve andare di pari passo con la parità di condizioni per tutti gli operatori, ma dopo le posizioni della Federal Communication Commission è legittimo il timore di un accordo commerciale tra over the top e compagnie telefoniche che possa creare barriere all’entrata frenando l’innovazione e a danno dei consumatori”.
Anche nei giorni scorsi, nel corso del convegno “From Sao Paulo to Istanbul. Towards Better Internet Governance“, il Sottosegretario Giacomelli aveva sottolineato che “…durante il semestre di presidenza italiana della Ue il governo italiano cercherà una mediazione perché l’Europa maturi una posizione comune verso un modello davvero multi-stakeholder” nella governance di internet.