La pandemia di Covid-19 ha stravolto la nostra vita e in particolare la nostra libertà di movimento e di mobility.
La mobilità privata si è quasi fermata, ma anche quella pubblica, obbligando tutti noi ad un ripensamento del modo in cui ci spostiamo, con una maggiore attenzione alla sostenibilità ambientale e all’innovazione tecnologica.
Come cambia la mobilità al tempo del Covid-19
I viaggi per ragioni lavorative, di piacere e familiari hanno subito una riduzione rispettivamente del 61%, 51% e 40% negli ultimi mesi su scala globale. Aumentano però quelli sotto i 30 minuti circa, del +79%.
Questo perché sta mutando anche la stessa esperienza di guida e di mobilità, che è più locale, caratterizzata da spostamenti brevi, con più attenzione a quanto si inquina, ai servizi digitali e alla sicurezza.
“In questo scenario ricco di sfide e di cambiamento, ci chiediamo quale porzione di questo cambiamento sarà meramente transitoria o avrà invece carattere permanente nel medio-lungo periodo. Grazie ai fondi del Recovery Fund avremo la possibilità di creare le basi su cui costruire quella che sarà l’automotive italiana dei prossimi 30 anni”, ha spiegato Giovanni Passalacqua, EY Partner e Automotive Consulting Leader.
Il nuovo mercato della smart mobility
“Secondo le nostre stime – ha aggiunto – il mercato della mobility del 2020-2030 potrebbe raggiungere un valore di circa 220 miliardi di euro ed impiegare più del 10% della forza lavoro nel Paese, rappresentando dunque un mercato chiave da cui far ripartire l’Italia intera”.
A livello globale, tra il 2015 ed il 2020, sono state registrate oltre 700 transazioni, nel settore della smart mobility, con circa 259 miliardi di dollari di valore complessivo.
Nel periodo storico osservato si evidenzia una prevalenza di transazioni legate alla sharing mobility, che
complessivamente ammontano a circa 120 miliardi di dollari (circa il 45% dell’intero mercato di operazioni legate alla mobilità), seguite da quelle nel campo della guida autonoma, pari a circa 68 miliardi, da
quelle nell’ambito della mobilità green (a cui si associano i veicoli elettrici), che ammontano a circa 52 miliardi, e, da ultimo, quelle nell’ambito delle auto connesse, pari a circa 19 miliardi cumulati nel periodo.
Millennial e mobilità elettrica
I più sensibili a questa trasformazione della mobilità sono i millennial, cioè coloro che sono nati tra il 1980 e la fine degli anni ’90 del secolo scorso. Mediamente, parliamo dei trentenni di oggi, di coloro che sono anche disposti a spendere per qualcosa di nuovo e per un modello di mobilità molto diverso rispetto a quello perseguito dai loro padri.
Per quanto riguarda la mobilità elettrica, ad esempio, aumenterà del +45% l’intenzione di acquisto nei prossimi sei mesi dei millennial, intervistati nell’indagine condotta da EY e pubblicata in un nuovo white book.
In relazione al mercato italiano si registra a riguardo un incremento di interesse per le soluzioni a motorizzazione ibrida (23%), plug-in (11%) ed elettrica (6%), cioè un +40% di domanda di nuove vetture green per i non automuniti in Italia.
Nel 2020 il numero di veicoli elettrici venduti nel nostro Paese risulta infatti essere superiore di oltre
il +170% rispetto alle vendite registrate nel 2019, rappresentando ormai oltre il 3% dell’intero comparto.