Arrivano da oltreoceano sempre più spesso gli echi di mega fusioni nel settore delle comunicazioni. Roba che in Europa, certo, ce la sogniamo ma che – in realtà – è forse il segnale della profonda crisi di identità che sta investendo sia il mercato delle telecomunicazioni che quello dei media, sotto attacco da più fronti – ma sempre dalle stesse aziende: le web company.
Società come Amazon, Facebook e Netflix, coi loro servizi di streaming video via internet, stanno rubando sempre più spazio alla Tv tradizionale; i servizi online dei vari Google, Skype e Facebook stanno riducendo al lumicino i ricavi degli operatori in quelli che erano un tempo le loro galline dalle uova d’oro, ossia la voce e la messaggistica. Google ha lanciato i suoi primi smartphone e sta realizzando una rete in fibra ottica – anche se di recente pare abbia ridimensionato le sue ambizioni.
Per non soccombere, le principali telco Usa stanno passando al contrattacco, con una serie di operazioni molto impegnative sul versante economico ma la cui riuscita è ancora tutta da stabilire. Ultima in ordine di tempo l’acquisizione da 25 miliardi di dollari di Level 3 Communications da parte di CenturyLink, uno dei principali fornitori Usa di servizi in fibra per il segmento business.
Ultima, dicevamo, perché prima c’è stata Verizon, che dopo aver acquistato AOL, ha messo le mani su Yahoo. E poi c’è stata AT&T che ha siglato un accordo da oltre 85 miliardi di dollari per comprare il gigante dei media Time Warner, mentre già nel lontano 2011, l’antesignana Comcast aveva comprato NBC Universal.
Un’operazione, quella di CenturyLink, per molti versi diversa dalle altre concluse finora ma non per questo meno rischiosa.
Level 3 di ‘mestiere’ gestisce backbone internet. Sconosciuta ai più, è sopravvissuta a stento allo scoppio della bolla del 2000 ma è ora proprietaria di una rete tra le più affidabili e sicure di cui si serve, per dire, anche Netflix.
CenturyLink sta perdendo clienti privati sia nei servizi internet che Tv e sta cercando di concentrare le sue attività nel segmento aziendale, che rappresenta già il suo core business, anche attraverso investimenti nel cloud.
E ora ha deciso di comprare Level 3, i cui servizi sono diretti proprio alle aziende. Da un lato l’acquisizione ha senso nel breve termine, ma c’è chi obietta che – sempre per colpa dei soliti Google, Amazon e Facebook – le aziende non abbiano più tanto bisogno dei servizi di ‘transito’, come vengono definiti quelli offerti da Level 3.
Il perché, come riporta Wired.com, lo ha spiegato Geoff Huston, fondatore del primo fornitore di accesso a Internet in Australia. In sostanza, dice Huston, invece di costruire o affittare lo spazio in un unico centro dati, sempre più aziende stanno scegliendo di affidare l’hosting dei loro dati a reti di distribuzione di contenuti come Akamai e Cloudflare. Queste aziende gestiscono server in data center sparsi in tutto il mondo – data center che, in estrema sintesi, permettono di bypassare i fornitori di servizi di transito come Level 3.
Alcune aziende, come Facebook e Google, stanno andando anche oltre: stanno costruendo i propri data center acquistando infrastrutture in fibra ottica inutilizzate e finanziando la realizzazione di nuovi cavi sottomarini per collegare questi data center. Così facendo sono in grado di bypassare quasi del tutto le società di telecomunicazioni tradizionali: hanno solo bisogno di trattare con il provider Internet che vende l’accesso all’utente finale.
Al sicuro non sono neanche i fornitori di content delivery networks (o CDN), come Akamai dato che Amazon, ad esempio, offre il proprio servizio CDN che sarebbe già utilizzato da circa mezzo milione di siti, ossia dalla metà dei principali siti presenti sul web.
“E’ come se Amazon – spiega Huston – non solo avesse costruito una rete di centri di distribuzione per consegnare merci in tutto il paese, ma avesse anche comprato autostrade o ferrovie in disuso per portare i prodotti dai propri magazzini nelle città senza mai toccare il sistema autostradale pubblico”.
Certo, ha spiegato Klint Finley su Wired.com, CenturyLink e Level 3 sono aziende solide e ancora redditizie ed entrambe offrono non solo servizi di transito e accesso a internet. Ma il merger richiama alla mente quei matrimoni tra rampolli di famiglie molto ricche, organizzati molto spesso per preservare la propria fortuna e allontanare eventuali cacciatori di dote. “Se non cambierà qualcosa, saranno sul lato sbagliato della storia”.