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Mediaset, Vivendi può votare sul merger ma è una vittoria di Pirro

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Il gruppo francese incassa il via libera del tribunale per partecipare al voto sulla fusione delle attività italiane e spagnole del Biscione ma non potrà influire sull’esito finale con il 9,9% del capitale ammesso.

Vivendi potrà votare sulla creazione della holding MFE voluta dal Biscione all’assemblea di Mediaset del 4 settembre, con il 9,9% dei diritti di voto che detiene nel Biscione. Ma si tratta secondo Mediaset di una vittoria di Pirro per Vivendi, che potrà sì votare per la prima volta ad un’assemblea di Mediaset, ma che di fatto non potrà influire sull’esito finale trovandosi in minoranza.

L’assemblea è stata convocata per ufficializzare la creazione di una holding fra Mediaset e Mediaset Espana, battezzata Media for Europe (MFE) osteggiata apertamente da Vincent Bollorè, che tuttavia non potrà votare con il restante 19,1% che detiene in Mediaset da tempo sterilizzato nel trust Simon Fiduciaria per volontà di Agcom.

In agosto Mediaset aveva citato Vivendi alla Consob accusando il gruppo francese di voler sabotare il progetto di fusione del broadcaster italiano, approvato il 7 giugno dal board di Mediaset e di Mediaset Espana.

L’assemblea generale di Mediaset è la prima di una serie di importanti scadenze cui la famiglia Bollorè dovrà far fronte nelle prossime settimane. Se la matassa che riguarda la partecipazione di Vivendi in Tim, di cui detiene il 24%, potrebbe presto dipanarsi, secondo Les Echos, la guerra con la famiglia Berlusconi dopo il dietro front transalpino all’acquisizione di Mediaset Premium nel 2016 non accenna a placarsi. Mediaset ha chiesto un risarcimento danni complessivo di circa 3 miliardi di euro a Vivendi e per il momento non si vedono possibili mediazioni all’orizzonte.

Nelle prossime settimane Vivendi dovrà inoltre gestire un piano di esuberi in Francia a Canal+: circa 500 dipendenti in cassa integrazione su un totale di 2600. Se da una parte le attività di Canal+ vanno bene all’estero, a soffrire maggiormente è il mercato domestico dove la concorrenza di Netflix si fa sentire non poco, con un bacino di 5,5-6 milioni di abbonati al servizio streaming americano in Francia.

Un’altra grana per Canal+ riguarda la perdita dei diritti di trasmissione del calcio francese, “scippato” da Mediapro, che il canale di Vivendi potrebbe quanto meno recuperare in qualità di distributore.

Infine, Vivendi deve finalizzare, ricorda Les Echos, la cessione del 10% di Universal Music, il numero uno della musica, alla cinese Tencent.

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