Ci vorranno almeno due mesi prima che i giudici di Milano giungano ad na sentenza sulla lite fra Mediaset-Fininvest e Vivendi sulla mancata acquisizione di Premium e la successiva scalata, definita ostile al Biscione, dei francesi, bloccati a suo tempo dall’Agcom.
La chiave per arrivare ad un compromesso potrebbe essere il calcio. I diritti della serie A, su cui secondo MF Vivendi avrebbe messo gli occhi come primo azionista di Tim tramite Dazn. Vivendi è anche il secondo azionista di Mediaset: il calcio potrebbe rappresentare una moneta pregiata per chiudere il ginepraio legale che si è aperto con il Biscione, che sul piatto ha messo una richiesta di risarcimento danni di 3 miliardi.
Intanto, è in corso l’istruttoria dell’Agcom seguita alla norma battezzata “salva Mediaset”, contro cui Vivendi ha fatto ricorso.
Infine, Tim ha anticipato a fine marzo l’assemblea per l’approvazione del bilancio, nella quale verrà nominato il nuovo Cda. La lista di maggioranza del Cda uscente, appoggiata anche fa Vivendi, sarà presentata già il 23 febbraio.
L’udienza
Si è conclusa dopo 5 ore e mezza l’udienza finale del processo civile davanti al Tribunale di Milano che vede opposte Mediaset e Fininvest da un lato e Vivendi dall’altro per la mancata operazione di vendita di Premium al gruppo francese e la successiva scalata di quest’ultimo nel capitale di Mediaset.
I fatti risalgono al 2016 e da allora i due gruppi sono stati in guerra fra loro.
Il collegio, presieduto da Angelo Mambriani e composto anche dalle giudici Daniela Marconi e Amina Simonetti, si è riservato di decidere. Per i tempi della sentenza la legge prevede un termine non perentorio di 60 giorni.
Tre cause in discussione
Le cause discusse sono tre:
- quella riguardante il contratto di Premium,
- quella relativa al patto parasociale tra Fininvest e Vivendi
- e infine quella sulla scalata di Vivendi
Mediaset (con le controllate Rti e Premium parti in causa) e Fininvest erano rappresentate da Vincenzo Mariconda, Laura Salvaneschi e Andrea Di Porto (per la holding), mentre Vivendi era rappresentata da Giuseppe Scassellati Sforzolini, Ferdinando Emanuele e Roberto Argeri dello studio Cleary Gottlieb.
L’udienza, secondo quanto ricostruito, è stata particolarmente lunga perché le parti non si sono limitate a richiamare gli argomenti delle comparse conclusionali, ma si sono soffermate a discutere sulla rilevanza, ai fini della causa in discussione, dell’inchiesta penale a carico dei vertici di Vivendi all’epoca dei fatti (Vincent Bolloré e Arnaud Depuyfontaine) per manipolazione del mercato: su tale inchiesta è arrivata a metà dicembre la chiusura delle indagini da parte della Procura di Milano.
Nuovi documenti
Nei giorni scorsi, sia Mediaset sia Vivendi hanno depositato per la causa civile nuovi documenti emersi nell’ambito dell’inchiesta penale e l’analisi di tali documenti è stata uno dei principali argomenti di dibattimento nella seduta odierna.
A questo punto, il collegio che si è riservato di decidere potrebbe o emettere la decisione di merito o emettere una ordinanza nominando un perito per la valutazione del danno.
La prassi, si fa notare, non esclude però che il collegio possa emettere una sentenza parziale (accoglimento o rigetto delle istanze) e nominare in seconda battuta il consulente tecnico d’ufficio per quantificare gli eventuali danni.
L’ipotesi Serie A
Secondo MF, la partita del calcio italiano in tv ha uno spettatore straniero interessato: Vivendi. Il gruppo francese, scrive MF, è il primo socio di Tim, accostato all’Ott Dazn per un potenziale accordo commerciale sulle immagini della A (il gruppo tlc ha sempre smentito), ed è il secondo azionista di Mediaset, player tv che non ha più il massimo campionato sui propri schermi da quando è stata chiamata la pay tv Premium ma che è sempre interessato al calcio e allo sport: leggasi diritti della Champions League.
Così, mentre la guerra legale tra Vivendi e Mediaset non trova una soluzione finale, ieri i giudici si sono riservati e per il pronunciamento possono servire fino a due mesi, salvo intesa preventiva tra le parti, ecco che sul mercato si dice che Vincent Bollorè vorrebbe giocare, tramite Tim, la carta della A, per chiudere definitivamente il match con i Berlusconi.