Mediaset comincia a muoversi. Dopo la presentazione di una trimestrale che non è stata ben accolta dal mercato (ieri il titolo ha chiuso a -4%), per via dell’incertezza che pesa sul futuro della pay tv Premium e per la flessione della raccolta pubblicitaria, si intensificano i contatto con i possibili partner industriali.
A fine aprile l’incontro con Rupert Murdoch di Sky e lunedì, secondo quanto riporta l’Ansa, con Vincent Bolloré.
Pare, infatti, che lunedì Silvio Berlusconi abbia visto il presidente e principale azionista di Vivendi per ‘esplorare’ possibili collaborazioni tra le due aziende e forse valutare l’ingresso dei francesi in Premium.
Il tête-à-tête non è stato confermato dalle due aziende, ma secondo fonti i due si sarebbero incontrati a Parigi per discutere di prospettive future. Lo avevano già fatto anche a luglio scorso ad Arcore, dopo l’avvio della due diligence. All’epoca c’era di mezzo anche Al Jazeera che aveva successivamente ribadito il proprio interesse per il Biscione, ma adesso pare essersi defilata.
Mediaset ‘tratta’ quindi con Sky e Vivendi e sullo sfondo resta Telecom Italia dove i francesi entreranno, con una quota del 5,7% e l’8,3% dei diritti di voto, una volta completata l’operazione di cessione di Gvt a Telefonica, prevista per fine maggio.
Un ingresso che cambia le carte in tavola non solo sul fronte delle tlc ma anche della televisione.
Vivendi controlla la pay tv CanalPlus da tempo alla ricerca di nuovi avamposti in Europa. E l’Italia è nel mirino. Non a caso in occasione della presentazione della trimestrale, i vertici della holding hanno anche detto di essere interessati alla tv in chiaro. Forse stanno valutando la creazione di un nuovo canale su modello di Cielo lanciato da Sky.
Le ipotesi sono tante, resta che Mediaset ha bisogno di un nuovo partener che si aggiunga a Telefonica, che controlla l’11% di Mediaset Premium, non solo per compensare il grosso investimento fatto per assicurarsi i diritti della Champions League (700 milioni di euro, ndr) ma anche per avviare una più incisiva campagna abbonamenti.
In tutto questo, appare decisivo il ruolo di Telecom Italia.
Ad aprile è stato avviato l’accordo con Sky per la trasmissione dei contenuti della pay tv sulla fibra ottica dell’operatore tlc.
Una mossa che evidenzia ancora una volta la tendenza sempre più forte del mercato audiovisivo a spostarsi su internet e sui servizi on-demand che saranno il futuro.
Mediaset di certo non vuole essere tagliata fuori da questa partita.
E mentre l’Agcom ha avviato un’indagine sui possibili incroci tra tv e tlc, proseguono i colloqui per definire i nuovi equilibri dell’industria audiovisiva.
Di certo sappiamo che Vivendi non è interessata ai servizi tlc, ha infatti avviato una campagna di dismissione degli asset legati alle telecomunicazioni, per concentrarsi maggiormente sul business dei contenuti e dell’entertainment.
Ed è proprio qui che si giocherà la prossima sfida.