Key4biz

Mediaset-Vivendi allo scontro finale. Tattica o verità?

Vivendi non vuole più trovare una ‘soluzione amichevole’ con Mediaset che stamattina in apertura perdeva in Borsa il 6% sulla scia dell’annuncio ufficiale del gruppo francese che senza mezzi termini ha detto di “non considerare più una priorità” il dossier Premium, riservandosi “il diritto di prendere tutte le misure necessarie per difendere i suoi interessi e quelli dei suoi azionisti”.

Brutto colpo con Mediaset che nei giorni scorsi aveva tirato la corda, chiedendo il sequestro preventivo della quota del 3,5% di Vivendi che nell’accordo siglato ad aprile e poi mandato a monte dai francesi doveva essere scambiato con una quota paritetica del Biscione oltre alla cessione di Premium.

Vivendi dice nella nota di aver provato a proporre “continuamente soluzioni alternative” a Mediaset nel corso di questi mesi ma di aver trovato sempre resistenza.

Anche se il gruppo dice di voler restare “aperto al dialogo con Mediaset”.

Da Cologno Monzese negano, sostenendo che da luglio – quando ci fu la nuova proposta di Vivendi che voleva acquistare soltanto il 20% di Premium e salire in tre anni a una quota di circa il 15% in Mediaset attraverso un prestito obbligazionario convertibile – tra le due aziende “non ci sono più contatti” e che “è cessato” da parte di Vivendi “qualsiasi approccio”.

Adesso la disputa tra i due gruppi sarà decisa nelle aule dei tribunali dove Mediaset e Fininvest hanno già fatto ricorso chiedendo 1,5 miliardi di euro di risarcimento danni.

Secondo la stampa d’oltralpe, quella di Vincent Bolloré, presidente di Vivendi, potrebbe essere una mossa strategica per spingere Mediaset ad ammorbidire la propria linea.

Il Biscione vuole che l’azienda d’oltralpe rispetti il contratto di aprile costi quel che costi.

Ma Bolloré aveva fatto male i conti, ed anche questo è strano, perché Premium non valeva tutti quei soldi.

Cosa succederà?

Possibile che Mediaset, non vedendo via d’uscita, accetti un’intesa con Vivendi.

Del resto Premium sembra da tempo ormai come la Bella di Torriglia, “tutti la vogliono, ma nessuno se la piglia”.

Intanto Vivendi, con un Bolloré alla guida sempre più forte con una quota del 20% che presto diventerà del 29%, procede a vele spiegate.

Il suo piano di rilancio è partito dal Brasile dove, in accordo con Telefonica, ha lanciato un servizio di serie tv destinate ai device mobili, e adesso punta all’Europa.

Exit mobile version