Il destino di Mediaset sembra avvicinarsi sempre di più a Telecom Italia. Dopo l’ultima mossa che ha visto l’ingresso della banca d’affari Lazard nel capitale del Biscione c’è già chi scommette che in un futuro prossimo ci potrebbe essere una fusione tra le due aziende.
La Stampa informa che lo scorso primo luglio, Lazard ha, infatti, rilevato il 5,1% del capitale del gruppo televisivo.
Gli acquisti sono stati fatti dalla divisione di asset management della maison parigina e sono classificati – e come tali compaiono solo al superamento del 5% anziché del 2% – come ‘gestione discrezionale del risparmio’.
L’operazione è stata comunicata alla Consob.
Sul mercato, però, questa salita ha destato un certo interesse.
Sono, infatti, partite nuovamente le speculazioni sulla possibile fusione tra Mediaset e Telecom.
La holding d’oltralpe Vivendi, guidata da Vincent Bolloré, è l’anello di congiunzione tra le due aziende.
Vivendi ha rilevato da Mediaset la pay tv Premium (operazione che prevede anche uno scambio azionario del 3,5% in attesa dell’ok dell’Antitrust Ue) ed è azionista di maggioranza di Telecom Italia con una quota del 24,7%.
Bolloré sarebbe quindi un’importante pedina di questo scacchiere.
L’ingresso di Lazard, da sempre vicina a Vivendi, in Mediaset riaccende nuovamente le speculazioni.
Ma una fusione tra i due gruppi è un’ipotesi reale o di fanta-finanza?
A Telecom Italia converrebbe?
Ed eventualmente cosa ci guadagnerebbe Mediaset ad allearsi con un operatore tlc con un debito di 28,2 miliardi di euro (per il Biscione 900 milioni al 31 marzo 2016, ndr)?
Mediaset presenterà il 28 luglio i dati del secondo trimestre 2016. Secondo Mediobanca Securities saranno buoni con una raccolta pubblicitaria in crescita del 5% rispetto al 3% del primo trimestre.
Per gli analisti, Mediaset potrà concentrarsi sul proprio core business dopo la cessione di Premium ai francesi.
E con Vivendi, sottolinea Mediobanca, ci potrebbero essere in futuro importanti sinergie: “potrebbe avere senso un’integrazione verticale”.
Ma al momento resta tutto sul piano delle ipotesi.
Nuovi sviluppi potrebbero arrivare da: nuovi accordi con Vivendi sui contenuti e OTT, aumento degli abbonamenti a Premium; il consolidamento sul mercato delle torri di broadcasting; la riforma Rai nel 2017 e le possibili conseguenze per la pubblicità.