L'Operazione

Mediaset-RaiWay: ecco perché non si può fare. Anche il governo sbaglia la mira

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Sulla vicenda RayWay il Re è nudo e nessuno sembra voler accorgersene. Nelle ultime ore chiamata inevitabilmente in causa anche l'Antitrust. Vedremo cosa deciderà.

Nella pochade della scalata di Mediaset a RaiWay c’e un convitato di pietra di cui pare nessuno si sia accorto.

È la Commissione Europea con la procedura di infrazione per abuso di posizione dominante nel digitale terrestre inaugurata nel 2006 e ad oggi ancora aperta.

Ebbene, l’ipotesi da cui procede quest’azione è quella della “dominanza congiunta” tra Rai e Mediaset nel controllo delle risorse trasmissive del digitale terrestre.

Ora, la “dominanza congiunta” è una figura sintomatica che si fonda su indizi di collusione  tra imprese, le quali abbiano luoghi ed occasioni per concertare una strategia o anche solo comportamenti paralleli di tipo anti-concorrenziali.

A suo tempo asseverata dall’Agcom, questa figura della “dominanza congiunta” troverebbe la prova regina in un consiglio di amministrazione nel quale siedano i rappresentanti di due imprese che fanno insieme la quasi totalità del mercato degli impianti.

Quindi insistere su questa operazione equivale ad agitare uno straccio rosso davanti al toro, poiché Bruxelles considera Mediaset un indiziato permanente.

Risulta peraltro che l’Antitrust italiana ha ricevuto nelle ultime ore notifica dell’operazione e dovrà pronunciarsi a breve.

Di certo non potrà ignorare tale scenario.

Lo stesso governo sembra sbagliare mira quando concentra le proprie attenzioni di difesa sull’esigenza di preservare alla mano pubblica almeno il 51% delle torri televisive.

Poiché è impensabile che i protagonisti non ne siano consapevoli, la domanda che sorge spontanea è: Perché?

Immaginare che il gambling domestico faccia aggio a Bruxelles è un azzardo pericoloso: una provocazione bella e buona.

Quale è allora il segreto?

Ad oggi riesce difficile ricostruire la trama.

Vedremo nei prossimi giorni.

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