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Mediaset pronta a chiudere la disputa su MFE con Vivendi (che però non ha fretta)

Mediaset sarebbe pronta a chiudere la disputa con Vivendi su Media For Europe (MFE) per la creazione di un nuovo polo pan-europeo della Tivù per rilevare almeno in parte le quote in mano al gruppo francese, contrario al progetto. Lo scrive Les Echos, aggiungendo che un accordo di massima fra le parti per rilevare il 20% di Mediaset depositato nella fiduciaria Simon per volontà dell’Agcom (il restante 9,9% è direttamente detenuto da Vivendi) sarebbe già stato raggiunto.

Perdita potenziale di 200 milioni per Vivendi

Il piano per raggiungere un accordo prevederebbe l’acquisizione della quota del 20% in mano a Simon da parte di Mediaset, che poi la cederebbe ad un nuovo acquirente. Secondo il quotidiano, Vivendi sarebbe disponibile a perdere fino a 200 milioni di euro per chiudere la sua avventura nel mercato italiano dei media.

Tempi stretti per chiudere la partita MFE

Ma a questo punto, visto che i tempi per chiudere la partita MFE sono stretti (la data ultima per l’approvazione è il 19 marzo), Vivendi potrebbe decidere di tirare per le lunghe in attesa degli eventi. Le prossime tappe della battaglia legale su MFE che vedono contrapposti Berlusconi e Bollorè sono fissate per il prossimo 21 gennaio al Tribunale di Milano, quando il Tribunale si esprimerà sul destino di Media For Europe, dopo il via libera di venerdì scorso da parte dei soci alle modifiche al progetto (contrario ovviamente Vivendi e non ammesso in assemblea il trust Simon).

C’è poi la tappa del 5 febbraio, quando si terrà l’assemblea di Mediaset Spagna.  

Vivendi non ha fretta

Vivendi in realtà non ha fretta di chiudere la partita. Avendo venduto la partecipazione del 10% in Universal Music alla cinese Tencent per 3 miliardi di euro il gruppo Bollorè non ha problemi di liquidità nel breve termine. Il titolo Mediaset non è particolarmente forte al momento e la prossima divisione delle quote Fininvest fra i vari figli di Silvio Berlusconi diluirà ulteriormente il potere della componente italiana nel gruppo.

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