Le trattative in corso per l’apertura di Mediaset Premium a nuovi soci subiscono una frenata.
Secondo Reuters, che cita fonti vicine al dossier, i colloqui con Al Jazeera e Vivendi si sarebbero arenate sul prezzo della pay tv italiana, considerato troppo alto. A luglio il vicepresidente di Mediaset Pier Silvio Berlusconi aveva ammesso le discussioni in corso dopo l’incontro in Italia con Vincent Bolloré di Vivendi e dopo che a giugno la tv araba aveva confermato il proprio interesse.
L’ingresso di Telefonica che, dopo la cessione da parte di Mediaset all’operatore tlc spagnolo della sua quota in DigitalPlus, ha rilevato l’11% di Premium, ha portato la valorizzazione a 900 milioni di euro.
Un cifra ritenuta non adeguata dagli aspiranti partner che ad aprile avevano sottoscritto un Memorandum d’intesa.
“Mediaset sta lavorando per trovare un partner – ha detto una fonte – ma al momento non è stato deciso nulla”.
La fonte ha riferito che le trattative con la Tv del Qatar hanno subito un brusco rallentamento proprio per via del prezzo che avrebbe dovuto pagare, lievitato dopo l’arrivo di Telefonica nella pay tv.
Per quanto riguarda la francese Vivendi, un’altra fonte ha riferito che un eventuale negoziato non potrebbe esserci nel medio o breve termine, per via dell’affaire ancora aperto con Telecom Italia che dovrebbe chiudersi non prima di febbraio con l’accesso a una quota dell’8,3%, una volta concluso l’accordo per la cessione a Telefonica dell’operatore brasiliano Gvt all’inizio del prossimo anno.
La situazione crea qualche problema a Mediaset, da tempo a caccia di nuovi partner per risollevare le sorti della sua pay tv, ma anche per far cassa dopo il grosso esborso per i diritti della Champions League. Inoltre il 1° dicembre il gruppo farà confluire nella società Mediaset Premium spa tutte le proprie attività pay e per quella data si pensava che sarebbero stati annunciati anche i nomi dei partner.
D’altro canto al momento appaiono improbabili le voci secondo le quali Sky sarebbe interessata a entrare in Premium, dopo la maxi operazione che ha portato a un super network paneuropeo della pay tv con a capo la britannica BSkyB e dentro gli asset italiani e tedeschi.
