Mediaset guarda con tranquillità e senza alcuna fretta al futuro della pay tv Premium. Negli ultimi tempi l’azienda italiana ha messo a segno una serie di operazioni che gli consentono di poter decidere senza pressione anche grazie alla nuova valorizzazione di Premium che dopo l’ingresso di Telefonica sale a oltre 900 milioni di euro, come ha confermato ieri il Cfo di Mediaset, Marco Giordani, parlando con gli analisti in occasione della presentazione dei conti del primo semestre 2014.
Il gruppo si è mosso con abilità e ha portato a casa i diritti della Champions League spendendocirca 700 milioni di euro, ma anche quelli per le partite di otto squadre big della Serie A per 373 milioni di euro.
Una bella mossa per il broadcaster consapevole che i maggiori introiti per la pay tv arrivano proprio dai contenuti sportivi.
A questo bisogna aggiungere che nel mese di luglio, Mediaset ha ceduto a Telefonica il 22% della pay tv spagnola Digital+ per 365 milioni di euro.
L’operatore tlc ha poi versato a Mediaset 100 milioni di euro per una quota dell’11,11% di Premium. Da ricordare poi i 283 milioni incassati per la vendita del 25% di Ei Towers, la società delle torri che fa capo a Mediaset. Un tesoretto da 748 milioni di euro con il quale Mediaset potrà recuperare in parte gli investimenti per i diritti sportivi e guardare con una certa tranquillità al futuro del mercato della tv a pagamento nonostante negli ultimi tempi si siano registrati forti cambiamenti in casa Sky.
Ieri con gli analisti non si è parlato del ventilato incontro tra il presidente di Mediaset, Pier Silvio Berlusconi, e il nuovo Ceo di Vivendi, Vincent Bolloré, che secondo Radiocor si sarebbero visti venerdì scorso ad Arcore per parlare di Premium.
La francese aveva già manifestato il proprio interesse per la pay tv italiana attraverso la controllata CanalPlus che ha già cominciato a studiare i conti del gruppo dopo aver siglato il 24 aprile a Londra un Memorandum d’intesa sottoscritto anche da Al Jazeera.
Giordani ha, però, ribadito: “Possiamo decidere noi se vogliamo un partner e se questo crea valore. Non abbiamo fretta”.
La situazione di Premium “è molto più sicura rispetto a un anno fa. I maggiori rischi sono superati”, ha aggiunto il manager riferendosi alle aste sui diritti tv 2015-18 già concluse.
“Abbiamo un business plan solido e possiamo scegliere se vogliamo un partner”.
Giordani ha poi aggiunto che “non ci sono aggiornamenti” sullo stato dei colloqui coi potenziali partner stranieri, ma ha anche precisato che “non c’è pressione” sulla società sotto il profilo della tempistica in merito al dossier Premium.
Per quanto riguarda poi i movimenti sul mercato della pay tv e in particolare sulla nascita di Sky Europe, un super network europeo con mire globali che fa capo a BSkyB con dentro Sky Italia e Sky Deutschland, Giordani ha precisato che non porterà a un mutamento delle strategie per Mediaset.
“Certamente guardiamo attentamente il progetto – ha osservato il manager – ma questo non cambia i nostri piani sotto il profilo commerciale”.
In merito alle valutazioni un analista ha fatto notare che i numeri dell’operazione Sky Europe porterebbero a una valorizzazione più elevata di Mediaset Premium rispetto ai 900 milioni di euro circa di cui si era parlato dopo che Telefonica aveva pagato 100 milioni di euro per l’11,11%.
A riguardo Giordani ha puntualizzato, “Non siamo così aggressivi nelle valutazioni, ma riteniamo che il valore di Premium possa essere anche più alto di quanto Telefonica ha pagato”.