Il via libera del Mise all’asta 5G sembra aver sbloccato l’impasse in cui si trovava da qualche tempo, esattamente da tre anni dopo lo stop all’Opa di Ei Towers su RaiWay, il mercato delle torri di trasmissione rilanciando l’ipotesi di un consolidamento del mercato.
Mediaset e F2i (Cdp) si alleano per lanciare un’Opa su Ei Towers, la società delle torri di trasmissione televisiva già controllata al 40% dal Biscione attraverso Elettronica Industriale. L’Opa congiunta sulla totalità di Ei Towers a 57 euro per azione (premio del 19% sul prezzo degli ultimi sei mesi) sarà realizzata tramite 2i Towers, veicolo societario indirettamente controllato da F2i, con una quota di minoranza detenuta da Mediaset (40%). Lo ufficializza una nota diffusa nella notte.
Mediaset “ha stretto una partnership con il fondo infrastrutturale F2i SGR con l’obiettivo di rafforzare la strategia di focalizzazione sul core business della televisione gratuita”, si legge nella nota aziendale che ufficializza l’Opa.
F2i intende avviare una nuova piattaforma nel settore delle infrastrutture per le telecomunicazioni. EI Towers, dal canto suo, è proprietaria e gestisce la principale rete italiana per la trasmissione del segnale televisivo (oltre 2.300 torri, high towers), una rete per la trasmissione dei servizi di telefonia mobile (oltre 1.100 torri, low towers) e dispone di una dorsale in fibra ottica di oltre 6.000 km a servizio della propria infrastruttura.
C’è da dire che nei mesi scorsi F2i, in collaborazione con RaiWay, aveva avanzato un’offerta (poi rifiutata perché considerata insufficiente) per rilevare Persidera, la società delle torri di trasmissione broadcasting controllata da Tim (70%) e Gedi (30%).
Prospettiva 5G
L’operazione è gravida di potenziali conseguenze di business per Mediaset, soprattutto sul fronte infrastrutturale, perché le torri di Ei Towers – in un futuro non troppo lontano – faranno gola non solo ai broadcaster per il digitale terrestre, ma anche in prospettiva 5G alle telco e ai fornitori di nuovi servizi IoT per veicolare il segnale wireless in ottica ad esempio di connected cars e altri nuovi servizi.
Non sembra un caso che, dopo qualche anno di stallo in seguito alla mancata fusione di Ei Towers con RaiWay, torni il fermento nel mercato delle torri dopo la pubblicazione da parte del Mise del bando di gara per il 5G. L’asta si terrà a settembre e si attendono incassi complessivi per 2,5 miliardi di euro di cui 1,2 miliardi già quest’anno dalla gara frequenze. Copertura 5G che si potrà in futuro raggiungere grazie alla rete in fibra, ma anche attraverso la trasmissione aerea tramite l’infrastruttura delle torri di broadcasting televisivo, su cui intervenire con il dovuto upgrade tecnologico.
Non a caso, nel prospetto dell’Opa, si legge che “L’offerente (Mediaset-F2i ndr) ritiene che tale rafforzamento possa conseguire anche da una separazione e distinzione proprietaria tra società che detengono asset infrastrutturali di telecomunicazioni e società erogatrici di contenuti televisivi e/o di servizi telefonici, dinamica già da tempo avviata positivamente a livello internazionale”.
In Italia l’esempio arriva da Inwit, società delle torri cellulari costola di Tim, su cui secondo alcuni potrebbe concentrarsi l’interesse di Cellnex (in ottica consolidamento), mentre all’estero basti pensare all’esempio di “polo unico” delle torri che giunge dal Regno Unito con Arqiva e dalla Francia con Tdf, operatori puri di rete per l’affitto di capacità trasmissiva.
C’è da dire che in ottica 5G crescerà in maniera esponenziale la necessità di capacità trasmissiva per veicolare i nuovi servizi IoT e per questo l’utilizzo delle infrastrutture broadcasting esistenti per il wireless è un’opportunità da non sottovalutare. Tanto più che il digitale terrestre è una tecnologia in fase calante.
I dettagli dell’operazione
Il perfezionamento dell’operazione è subordinato, tra l’altro, al raggiungimento da parte di 2i Towers di una partecipazione complessiva nel capitale di Ei Towers superiore al 90% e all’approvazione incondizionata da parte dell’Antitrust. L’operazione, che punta al delisting di Ei Towers, è volta a rafforzare le prospettive industriali della società delle torri attraverso una progressiva separazione e distinzione proprietaria tra società che detengono asset infrastrutturali di telecomunicazioni e società erogatrici di contenuti televisivi, dinamica già da tempo avviatasi positivamente a livello internazionale.
Mediaset: ‘Da indipendente più facile un consolidamento’
Con la sua Opa su Ei Towers Mediaset, insieme a F2i, vuole “valorizzare un asset rilevante” e nel contempo “rafforzare la strategia di focalizzazione sul core business della televisione gratuita”, scrive il gruppo in una nota.
Riparte il gioco delle torri?
Con il riassetto azionario e il fondo istituzionale che ne controllerà il 60% (Mediaset resterà al 40%) Ei Towers avrà “mani libere” per ripensare alle operazioni che erano rimaste nel cassetto, prima fra tutte la fusione con Rai Way con un’opa da 1,22 miliardi per il 66% di Raiway sfumata nel 2015 dopo il niet del Governo e dell’Antitrust, secondo cui le torri Rai, in quanto asset strategico e infrastruttura critica per il paese, dovevano restare in mani pubbliche, essendo Rai servizio pubblico.
Ma con l’Opa appena annunciata, la società delle torri acquisisce infatti “il ruolo di operatore indipendente, uno status che consentirà di partecipare più agevolmente al processo di consolidamento del business delle torri broadcasting e di quelle telefoniche in atto a livello nazionale e internazionale”, sottolinea la nota.
“Il business delle torri di trasmissione riveste un ruolo strutturale nel business tv”, precisa Mediaset, spiegando il motivo per cui ha deciso di investire in 2i Towers Holding, la società che possiede il 100% di 2i Towers.