Dopo gli anni della crisi, passato lo smarrimento dei consumatori, il settore dei media e dell’intrattenimento ha avviato un profondo processo di trasformazione tecnologica. Il digitale ha favorito numerose acquisizioni/fusioni (basti ricordare l’acquisizione del capitale sociale di RCS MediaGroup SpA da parte di Cairo Communication e la fusione di ITEDI con Gruppo Editoriale L’Espresso), innovative partnership e un più deciso ampliamento delle competenze strategiche per mantenere alto il livello di competitività.
Le imprese, infatti, hanno considerato le competenze tecnologiche e l’innovazione come le due aree principali di investimento. Nel 2021, si legge nel nuovo report “Entertainment & Media Outlook in Italy 2017-2021” di PwC, l’industria Media & Entertainment (E&M) in Italia raggiungerà il valore di 38,1 miliardi di euro, in crescita rispetto ai 31,5 miliardi del 2016 (CAGR 3,9%).
In questa nona edizione dello studio, è descritto l’andamento di 17 segmenti chiave del mercato dei media e dell’intrattenimento: business-to-business, books, cinema, data consumption, esports, internet access, internet advertising, internet video, magazine publishing, newspaper publishing, music, out-of-home advertising (ooh), radio, traditional tv and home video, tv advertising, video games, virtual reality.
Il mercato nazionale E&M nel 2016 ha registrato una crescita definita incoraggiante, superiore al 6%. Fondamentali sono stati i ricavi consumer, la spesa degli utenti finali, che è stata di 23,5 miliardi nel 2016 e che è attesa crescere fino a 28,9 miliardi (CAGR 4,2%) nel 2021.
Sono migliorati i ricavi pubblicitari (+3,9%) e si è affermato lo streaming come modello preponderante per l’ascolto della musica (+3,8%), con ricavi a 200 milioni di euro nel 2021, mentre tv ed internet continuano a rappresentare la maggior parte dei ricavi e la più alta percentuale in termini di crescita assoluta.
In totale, il 68% dei ricavi del 2021 deriverà da queste fonti, generando i 5,5 miliardi di euro dell’incremento di 6,7 miliardi che i ricavi totali E&M vedranno nei prossimi cinque anni.
Bene i video games, che registrano la miglior crescita (+16%) aprendo nuovi orizzonti sui ricavi derivanti da social/casual gaming.
L’advertising, che nel 2016 ha totalizzato 7,9 miliardi di euro, raggiungerà i 9,2 miliardi (CAGR 2,9%) nel 2021.
E sempre nel 2021 il digitale rappresenterà il 51,4% del totale del mercato E&M, contro il 42,5% del 2016.
Altro dato di rilievo è l’ecosistema mobile, in costante ampliamento. Secondo PwC, il traffico dati su smartphone supererà il traffico dati delle reti fisse a banda larga nel 2017.
Interessante la riflessione di Andrea Samaja, PwC Advisory TMT Leader, sull’espansione della mobile economy: “Questo è forse l’indicatore che in modo più diretto esprime la significatività della trasformazione in corso. Questa trasformazione è spinta anche dalle normative europee e italiane, che stanno via via regolamentando nuovi modelli di business. Si pensi alla direttiva europea sui pagamenti digitali (PSD2), che apre il mercato a nuove linee di attività ma anche a nuove relazioni tra consumatori e mercato. In questo percorso evolutivo la customer experience, per la fruizione dei contenuti e/o dei servizi online in mobilità, è il fattore critico di successo. A titolo solo di esempio, non ci deve stupire scoprire che un social network abiliti una funzionalità che permette di scambiarsi denaro e non solo contenuti: quindi diventare anche strumento di pagamento. E non ci deve stupire immaginare che i siti di e-commerce forniscano l’opzione di pagare tramite un numero telefonico”.
Molti preferiscono ancora accedere a contenuti di dimensioni significative – in particolare video di alta qualità – tramite connessioni fisse in banda larga (CAGR 2017-2021: +13,8%), ma è il traffico dati su smartphone (CAGR 2017-2021: +34,9%) il vero driver di crescita del segmento, che consente ai consumatori di accedere ai contenuti in modalità “anytime – anywhere”.
Rispetto al resto dell’Europa Occidentale, si legge nel documento di PwC, l’Italia ha impiegato più tempo per riprendersi dal periodo di recessione, riflesso nei tassi di crescita del 2012 e del 2013, ben al di sotto della media. Pur partendo da questa minore base relativa, la crescita del 5% registrata nel 2016 supera largamente la crescita del 3,4% registrata in Europa Occidentale, e la crescita italiana continuerà nel periodo previsionale.