L'iniziativa

Materie prime critiche, i piccoli passi dell’Italia. Urso e Pichetto Fratin annunciano un Tavolo. Le risorse del Pnrr

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Attivato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy e dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica il nuovo “Tavolo nazionale per le materie critiche”. Obiettivo: potenziare l’economia circolare, recuperare i metalli e i minerali chiave per l’industria nazionale e ridurre la dipendenza dai fornitori esteri.

Materie prime critiche, industria italiana esposta all’incertezza delle forniture estere

Le principali materie prime critiche (Critical raw materials) individuate dalla Commissione europea (tra metalli, e minerali) sono circa 30, come cobalto, magnesio, fosforo, litio, tungsteno, titanio e bauxite, solo per citarne alcune. Nel nostro smartphone sono utilizzati fino a 50 diversi metalli, tra cui alcuni molti rari.

Da un recente studio di The European House – Ambrosetti, commissionato da Erion, è emerso che la porzione di produzione industriale italiana che dipende direttamente da fornitori esteri di materie prime critiche vale più o meno 564 miliardi di euro.

Solo per fare alcuni esempi, la Cina fornisce il 98% delle terre rare, la Turchia il 98% dei borati, il Sudafrica il 71% del platino e percentuali maggiori di iridio, rodio e rutenio. Dal Cile, infine, arriva il 78% del litio.

Questi numeri sono riportati solo per sottolineare la grande (troppa) dipendenza dell’industria italiana dagli approvvigionamenti esteri. Dalla Russia arrivava in Italia una quota variabile tra il 28 e il 35% di materiali quali platino, rodio e palladio, così come l’11% dell’alluminio.

Linee di approvvigionamenti che la guerra in Ucraina e le tensioni geopolitiche, innescate dallo scontro Usa-Cina, stanno mettendo a dura prova, rendendole molto più incerte che in passato.

Come ha detto di fronte al Parlamento europeo Thierry Breton, Commissario europeo per il mercato interno: “Nel 2050 avremo bisogno di 60 volte più litio e 15 volte più cobalto, solo per le batterie elettriche. Avremo bisogno di dieci volte più elementi delle terre rare“.

Mimit e Mase attivano il Tavolo nazionale per le materie critiche

Secondo quanto riportato da Energia Italia News, è stato appena attivato a Roma il “Tavolo nazionale per le materie critiche”, promosso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy e dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, con tutti gli attori pubblici e privati.

Obiettivo dell’iniziatica, recuperare attraverso l’economia circolare il maggiore volume possibile di questi metalli dai nostri rifiuti, soprattutto quelli elettronici ed elettrici (Raee).

Il tavolo è funzionale a definire il fabbisogno del Paese – ha spiegato il ministro del Made in Italy, Adolfo Ursonella duplice transizione green e digitale e fornire utili elementi in vista del “Critical Raw Materials Act” che sarà presentato dalla Commissione europea in primavera. Siamo assolutamente convinti che occorra soprattutto in questo campo una politica europea assertiva che utilizzi risorse comuni anche attraverso il Fondo sovrano europeo. Il tavolo inoltre potrà aiutarci nella definizione di una nuova normativa nazionale sulla estrazione mineraria”.

Secondo il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin: “Dovremo investire di più per una migliore gestione degli scarti, puntando alla raccolta, alla selezione, e al recupero delle materie prime contenute nei rifiuti; abbandonare la visione del rifiuto come problema e sfruttare appieno il rifiuto come risorsa, da usare in modo intelligente, creativa e rigenerativa”.

Il Governo ha fatto sapere che potenzierà la raccolta, li trattamento, il riciclo e il riuso dei rifiuti, in ottica di recupero delle materie prime critiche, attraverso diverse iniziative, tra cui: la Strategia Nazionale Economia Circolare, il Piano Nazionale Gestione dei Rifiuti, l’aggiornamento che faremo del Piano Nazionale per la Prevenzione dei Rifiuti, e quello per il Consumo Sostenibile.

In questo modo si cerca da un lato di aumentare rapidamente l’autonomia strategica industriale del nostro Paese, dall’altro di valorizzare al massimo il recupero di materie prime di valore da ciò che è considerato erroneamente un rifiuto.

Basterà questa iniziativa per accelerare la capacità del nostro Paese di recuperare le materie prime critiche così centrali per la nostra industria e la stessa strategia nazionale di decarbonizzazione? E poi ci sono le tante risorse a disposizione di enti locali, imprese pubbliche e settore privato per far decollare ulteriori progetti e iniziative di forte impatto. I problemi però sono molti e tra lungaggini burocratiche, tempi di autorizzazione per i nuovi impianti troppo lunghi e mancanza di competenze, si rischia sempre di incappare in ostacoli e barriere.

Rafforzare l’economia circolare per tutelare e accrescere l’autonomia industriale italiana

L’importanza del Tavolo, tecnicamente, è proprio nella centralità stessa di queste materie prime critiche per il percorso di decarbonizzazione avviato dai Governi. Come spiegato da Circular Economy Network, 26 tra questi Critical raw materials sono indispensabili per l’industria aerospaziale, 24 per quella ad alta intensità` energetica, 21 per l’elettronica e l’automotive e 18 per le energie rinnovabili.

In termini di Raee, si potrebbero riciclare 9,5 Mt di materie all’anno (tra cui certamente il recupero dei CRM) con un mercato potenziale stimato tra i 2,1 e i 3,6 miliardi di euro annui.

Il Piano nazionale per la ripresa economia e la resilienza o PNRR ha messo a disposizione per l’economia circolare circa 2,1 miliardi di euro, da destinare alla realizzazione di nuovi impianti per il trattamento e il riciclo dei rifiuti, l’ammodernamento di impianti esistenti e la realizzazione di progetti “faro” di settore.

Uno dei progetti flagship in questione è stato dedicato proprio al riciclo dei Raee, per un valore complessivo di 150 milioni di euro.

Un Paese che vuole fare di più su questo versante, ma che per il momento si muove a piccoli passi. Secondo il Rapporto sul riciclo in Italia 2022: la raccolta Raee è infatti in crescita, ma lontana da target europei. Nel 2021 sono state avviate a trattamento 385.000 tonnellate di RAEE, + 5,3% rispetto al 2020, per un totale del 35% circa, lontano dal target Ue del 65% di !tasso minimo di raccolta”.

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