“La libertà della Rete sta prendendo il sopravvento sulla responsabilità e sulla capacità di autoregolarsi”. È quanto ha affermato il Commissario Agcom, Antonio Martusciello, intervenendo alla presentazione del Rapporto CISF 2017. “È innegabile che, nell’ambito della computer-mediated communication, l’individuo, dotato di un innato livello di interattività, divenga protagonista del web, attraverso cui è in grado di rendere pubbliche idee e opinioni e diffondere notizie, ma spesso nel farlo ha una scarsa percezione del valore della comunicazione: così veicola indistintamente contenuti positivi e negativi e polarizza le opinioni”.
Richiamando il Rapporto, Martusciello ha evidenziato come Internet favorisca il capitale sociale bonding, (i legami intra-familiari), ma non i rapporti bridging (quelli extra familiari). Infatti, nonostante i social siano sorti con finalità aggregative, queste piattaforme rischiano invece di contribuire ad alimentare situazioni di instabilità. Il Commissario ha ricordato che nel Regno Unito l’aumento del tasso di ansietà e depressione tra i giovani in 25 anni è cresciuto del 70%, complice la dipendenza da social. In Italia, il 79% dei giovani non riesce a staccarsi dai device neanche per tre ore. In Giappone poi il fenomeno degli Hikkikomori è divenuto dilagante. Non solo giovani, ma anche gli adulti non riescono a stare senza controllare il cellulare: è la FOMO, Fear of Missing Out.
La proposta del Commissario è quella di bilanciare due sistemi, quello tipico della mediazione familiare e quello tecnologico proprio dei software di rilevazione dei sintomi patologici. In via sperimentale – ha ricordato – le Università di Harvard e del Vermont hanno sviluppato un software che, analizzando gli scatti postati sui social è riuscito a rilevare sintomi depressivi. “È opportuno definire un approccio alla tutela concettualmente coordinato e consono allo scenario digitale per evitare la degenerazione dei rapporti sociali”, ha chiosato Martusciello.