Ritirato dal primo firmatario Paolo Coppola (Pd) l’emendamento alla Legge di Bilancio per l’istituzione di un fondo di 50 milioni di euro destinato ad una campagna assunzioni di dirigenti per la transizione digitale nella PA. L’emendamento non entrerà nella legge di Bilancio, perché ne è stata proposta una riformulazione del tutto insoddisfacente, che non avrebbe avuto impatto apprezzabile e sarebbe stata soltanto una bandierina. Per questo Coppola ha preferito desistere, ritirando l’emendamento, dopo 5 giorni e 5 notti di attesa.
Le varie riformulazioni (fra cui quelle di qualche dirigente del Mef) avevano ridotto l’emendamento al solo albo dei dirigenti responsabili della transizione digitale. Troppo poco. Il digitale a costo zero non funziona.
Un’altra occasione persa per la digitalizzazione della nostra PA, ennesima riprova della sottovalutazione del tema digitale nella nostra PA.
L’emendamento originario prevedeva un fondo di 50 milioni di euro presso la Presidenza del Consiglio per l’assunzione di dirigenti responsabili per la transizione digitale della PA (assenti nella stragrande maggioranza dei ministeri), con la conseguente creazione di un apposito albo dei dirigenti per la transizione digitale dal quale gli enti pubblici avrebbero potuto pescare, in base a graduatorie fissate per concorso, i dirigenti informatici in attuazione dell’articolo 17 del CAD (Codice dell’amministrazione digitale).