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Mandato d’arresto per l’ex presidente dell’Ecuador Rafael Correa, L’Austria chiude il Brennero, La Francia accoglierà 132 rifugiati di Aquarius e Lifeline

Ecuador, spiccato mandato d’arresto per l’ex presidente Rafael Correa

04 lug 10:57 – (Agenzia Nova) – La Corte nazionale di Giustizia dell’Ecuador ha accolto la petizione della Procura generale di spiccare un mandato di arresto ed estradizione per l’ex presidente Rafael Correa. Lo rende noto il quotidiano spagnolo “La Vanguardia”, ricordando che l’ex leader ecuadoriano e’ accusato di non essersi presentato in tribunale come richiesto nell’ambito di un’inchiesta su un rapimento. Correa, al momento residente in Belgio, aveva l’ordine di comparire in tribunale ogni 15 giorni a partire dall’inizio di giugno per collaborare all’indagine sul caso del rapimento in Colombia del parlamentare di opposizione, Fernando Balda, avvenuto nel 2012. Correa, che ha governato il paese latino dal 2007 al 2017, era gia’ comparso davanti alla corte in videoconferenza dal Consolato belga. Correa ha sempre respinto ogni addebito, ha assicurato che non esistono prove circa la sua presunta implicazione nei fatti e ha denunciato di essere vittima di una persecuzione politica e mediatica.

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Usa-Russia, parlamentari repubblicani a Mosca per favorire disgelo tra paesi

04 lug 10:57 – (Agenzia Nova) – Alcuni rappresentanti repubblicani del Congresso degli Stati Uniti si sono recati oggi a Mosca per incontrare politici e funzionari russi in vista del summit di questo mese tra il presidente Usa Donald Trump e il presidente russo Vladimir Putin. Come riferisce il quotidiano “Washington Post”, gli incontri dei repubblicani a Mosca hanno contribuito a dare un tono ancora piu’ conciliante al vertice fissato per il 16 luglio a Helsinki. Il senatore Usa Richard C. Shelby ha detto al ministro degli Esteri russo Lavrov che, anche se Russia e Stati Uniti sono avversari, “non dobbiamo necessariamente essere nemici”. Piu’ tardi alla Duma di Stato, la Camera bassa del parlamento, i parlamentari hanno salutato i colleghi statunitensi con un applauso. “Oggi non sono qui per accusare la Russia di questa o quella cosa”, ha detto Shelby a al presidente della Duma Vyacheslav Volodin. “Sto dicendo che dovremmo tutti impegnarci per una relazione migliore”. Anche i russi hanno sottolineato i toni concilianti degli incontri, una svolta segnata dopo anni segnati dalla quasi assenza di contatti tra i legislatori a Washington e Mosca. I parlamentari Usa hanno discusso del prossimo vertice di Helsinki e di altre questioni con il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. All’incontro al Consiglio Federale della Russia – la Camera alta del Parlamento – il presidente della commissione Affari esteri Konstantin Kosachev ha sollevato le rimostranze della Russia sulle nuove sanzioni statunitensi e sul sequestro da parte degli Stati Uniti delle proprieta’ diplomatiche russe.

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Usa, Trump prosegue i colloqui per la scelta del nuovo giudice Corte Suprema

04 lug 10:57 – (Agenzia Nova) – Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha parlato martedi’ 3 luglio con altri tre potenziali candidati alla successione del giudice della Corte Suprema uscente Anthony M. Kennedy, che a breve andra’ in pensione. Secondo quanto riferito dalla stampa statunitense, lunedi’ Trump aveva discusso della nomina con il senatore repubblicano dello Utah, Mike Lee, la cui scelta appare comunque improbabile. La portavoce della Casa Bianca Raj Shah ha confermato i colloqui tra Trump e i futuri candidati, ma non ha divulgato le loro identita’. Il confronto con Lee e’ avvenuto per telefono lunedi’ scorso, ha detto il portavoce del senatore, Conn Carroll. Sempre lunedi’, Trump ha tenuto dei colloqui con quattro giudici delle corti d’appello federali considerati tra i migliori contendenti per la sostituzione di Kennedy: Brett M. Kavanaugh, Amy Coney Barrett, Amul R. Thapar e Raymond Kethledge. Un altro giudice considerato nella rosa dei candidati e’ Thomas M. Hardiman, che lo scorso anno ha “perso” contro Neil M. Gorsuch, poi nominato da Trump.

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Spagna-Catalogna, segnali di disgelo dopo l’avvicinamento dei detenuti indipendentisti

04 lug 10:57 – (Agenzia Nova) – Il trasferimento dei detenuti indipendentisti in Catalogna ha portato a timidi segnali di disgelo in vista della riunione fra il premier spagnolo, Pedro Sanchez, e il presidente catalano, Quim Torra, prevista per il 9 luglio. Lo rende noto il quotidiano “El Pais”. Sebbene abbiano fatto sapere che continueranno a chiedere il referendum pattuito, le formazioni secessioniste hanno mostrato gesti di distensione come la rinuncia ad appoggiare in Parlamento una risoluzione contro il Tribunale costituzionale e a designare i rappresentanti della Catalogna in quattro commissioni bilaterali con il Governo. Pur esprimendo soddisfazione per l’avvicinamento dei detenuti, Alsa Artadi, portavoce dell’esecutivo della Generalitat, ha detto che la concessione dell’esecutivo Sanchez “non e’ da intendersi come una contropartita per una rinuncia”, perche’ i catalani “continueranno a insistere sulla convocazione di un referendum pattuito” per mettere un freno alla “presenza del franchismo nello spazio politico e civile” spagnolo. Ad ogni modo, la notizia del trasferimento ha fatto tirare un sospiro di sollievo agli indipendentisti che continuano a reclamare la scarcerazione immediata dei prigionieri. L’Assemblea nazionale catalana e l’associazione Omnium Cultural hanno convocato per oggi una mobilitazione di fronte al carcere di Lledoners, una delle prigioni interessate dal provvedimento del governo.

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Gran Bretagna, polemica sulla visita di Donald Trump: “Non deve incontrare Nigel Farage”

04 lug 10:57 – (Agenzia Nova) – Cose se non bastasse la diatriba sulla Brexit su cui ogni giorno si accapigliano i ministri del governo britannico, ieri martedi’ 3 luglio in Gran Bretagna e’ scoppiata una violenta polemica attorno all’imminente arrivo a Londra di Donald Trump: lo scrive il quotidiano conservatore “The Telegraph”, riferendo le reazioni politiche alla notizia filtrata secondo cui il No.10 di Downing Street (la sede l’Ufficio del primo ministro Theresa May) nel corso dei contatti avuti con i funzionari della Casa Bianca per preparare il programma della visita avrebbe apertamente vietato al presidente degli Stati Uniti di incontrare Nigel Farage, l’ex leader della formazione populista di estrema destra Partito per l’indipendenza del Regno Unito (Ukip). Numerose voci si sono levate dall’interno del Partito conservatore al governo, oltre a quella ovviamente dello stesso Farage, che hanno accusato la premier Theresa May di indebita ingerenza nel porre questa “linea rossa”. Il presidente Usa arrivera’ in Gran Bretagna la prossima settimana, subito prima di recarsi a Bruxelles per il vertice annuale dell’Alleanza Atlantica (Nato): l’occasione ufficiale e’ l’inaugurazione formale della nuova ambasciata degli Stati Uniti a Londra ed e’ previsto che Trump sia ricevuto dalla regina Elisabetta II e dal consorte Filippo duca di Edimburgo, nella residenza reale di Windsor alle porte della capitale britannica. La sua visita avviene in un momento assai delicato per la “relazione speciale” tra Gran Bretagna e Stati Uniti soprattutto dopo, ed anzi proprio a causa, dell’arrivo di Trump alla Casa Bianca. Il presidente Usa infatti non ha mai fatto mistero della sua simpatia per i partiti europei populisti e di estrema destra, ed in particolare per l’Ukip di Nigel Farange: quando ancora era in campagna elettorale, Trump si mostro’ entusiasta della vittoria della Brexit al referendum del giugno 2016, congratulandosi vivacemente con l’Ukip di Farage che di quella causa aveva fatto la propria bandiera. I rapporti poi si erano ulteriormente raffreddati quando, da neo presidente degli Stati Uniti, critico’ aspramente il Servizio sanitario nazionale britannico, vanto del sistema sociale della Gran Bretagna, paragonandolo alla riforma sanitaria del suo predecessore Barack Obama che poi lui ha in parte smantellato; e si sono fatti ancora peggiori quando e’ emerso il coinvolgimento di alcuni agenti dei servizi segreti britannici nelle inchieste tese negli Usa a mettere sotto accusa Trump per suoi presunti rapporti con il presidente russo Vladimir Putin. Le cose successivamente sono un po’ migliorate, grazie alle ferme prese di posizione assunte dal governo di Londra al fianco di Washington in alcune delle piu’ acute crisi internazionali. Ma l’amministrazione Trump continua a premere perche’ la Gran Bretagna aumenti le sue spese per la Difesa nel quadro della Nato; e comunque il presidente Usa e’ indispettito per l’atteggiamento della premier Theresa May di aperta ostilita’ nei confronti della Russia di Putin, con cui lui vorrebbe aprire una nuova fase di cooperazione diplomatica. Tutti questi nodi, prevede il “Telegraph”, verranno al pettine nel corso della visita del presidente Usa a Londra, ed il “veto” della May ad un incontro con Farage certo non contribuisce a diminuire la diffidenza di Trump nei suoi confronti.

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Immigrazione, la Francia accogliera’ 132 rifugiati delle navi Aquarius e Lifeline

04 lug 10:57 – (Agenzia Nova) – La Francia accogliera’ 132 rifugiati trasportati dalle navi Aquarius e Lifeline. Lo riferisce “Le Monde”, spiegando che si tratta principalmente di sudanesi ed eritrei. Dopo essere stata respinta dall’Italia, l’Aquarius e’ arrivata a Valencia l’11 giugno con a bordo 629 migranti. Parigi accettera’ 80 di queste persone, insieme ad altre 32 della Lifeline. Quest’ultima e’ attraccata a Malta il 27 giugno con a bordo piu’ di 234 migranti. “Anche se queste cifre sono simboliche, e’ stato provato che le persone soccorse in mare ottengono il diritto d’asilo”, afferma Pascal Brice, direttore dell’ufficio francese di protezione dei rifugiati e apolidi. Al termine dell’ultimo Consiglio europeo che si e’ tenuto a Bruxelles il 28 e 29 giugno, e’ stato deciso di creare “piattaforme regionali di sbarco” e centri di controllo per studiare le richieste d’asilo. Tuttavia Italia e Francia hanno escluso l’ipotesi di accogliere simili dispositivi sul loro territorio. Roma e Malta hanno inoltre chiuso i loro porti a un’altra imbarcazione dell’ong spagnola Proactiva Open Arms che trasportava 59 migranti. Dall’inizio dell’anno, piu’ di mille persone hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere l’Europa attraverso il Mediterraneo.

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Francia, eletto il nuovo presidente del Medef

04 lug 10:57 – (Agenzia Nova) – In Francia il Medef, l’equivalente della Confindustria italiana, ha un nuovo presidente: Geoffroy Roux de Bezieux. La stampa transalpina spiega che il presidente del gruppo Notus Technologies ha ottenuto 284 voti, contro i 224 del suo avversario, Alexandre Saubot. Il nuovo leader dell’organizzazione ha annunciato tre priorita’ che guideranno il suo mandato: continuare la lotta per la competitivita’ delle imprese, aumentare gli sforzi per lo sviluppo dei dipendenti e trasformare la cogestione. De Bezieux in passato ha sostenuto l’ex leader della destra, Nicolas Sarkozy, e il suo successore, il candidato alle ultime presidenziali François Fillon, per poi passare nel campo del presidente Emmanuel Macron. Tra i prossimi progetti, il nuovo rappresentante del Medef ha anche evocato la volonta’ di “montare delle cooperazioni con i patronati europei” per far convergere le posizioni agendo attraverso uno schema di “cerchi concentrici” con gli omologhi italiani e tedeschi. In questo quadro, giovedi’ incontrera’ i rappresentanti di Confindustria. Interrogato pochi giorni fa in diretta sulla radio RTL, de Bezieux non e’ stato in grado di fornire la cifra esatta dello SMIC, il minimo salariale previsto in Francia. “1280 euro netti, qualcosa del genere” ha detto il nuovo leader dell’organizzazione patronale francese.

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Germania, Oettinger “non e’ convinto” del compromesso sull’immigrazione raggiunto dall’Unione di centrodestra

04 lug 10:57 – (Agenzia Nova) – Il commissario al bilancio della Ue, il cristiano democratico Guenther Oettinger, ha reagito con molto scetticismo al compromesso dell’Unione di centrodestra tedesca in materia di asilo, che passa attraverso la realizzazione di centri di detenzione ed espulsione ai confini meridionali del paese. “La cosa migliore dell’accordo e’ che c’e’ un accordo”, ha detto il politico della Cdu al “Rheinische Post”. I piani, pero’, sollevano molte domande, “questioni di diritto europeo, questioni di relazioni di vicinato e domande per il partner di coalizione Spd”. Oettinger ha subito ricevuto critiche per le sue dichiarazioni dal suo stesso campo politico. “Non penso che sia una buona idea parlare male degli accordi a breve termine”, ha detto il compagno di partito Daniel Caspary, presidente del gruppo dell’Unione presso il Parlamento europeo. Il ministro degli Esteri lussemburghese Jean Asselborn ha messo in guardia circa il fatto che Schengen possa essere messo in pericolo senza una politica migratoria europea. Il ministro degli Esteri Karin Kneissl ha sottolineato che: “e’ molto importante rafforzare le frontiere esterne attraverso un approccio europeo cooperativo”.

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Immigrazione, l’Austria chiude il Brennero?

04 lug 10:57 – (Agenzia Nova) – Se la Germania, come previsto dall’accordo politico tra la Cdu del cancelliere Angela Merkel e la Csu bavarese, allestira’ centri di detenzione per gli immigrati al confine con l”Austria, il governo di Vienna reagira’ bloccando l’ingresso dei richiedenti asilo registrati in Italia dal suo confine meridionale. Lo ha confermato il governo di Vienna martedi’ mattina. Il cancelliere Sebastian Kurz (Ovp), il vicecancelliere Heinz-Christian Strache (Fpo) e il ministro dell’Interno Herbert Kickl (Fpo) hanno annunciato congiuntamente di voler “adottare misure per proteggere il confine meridionale”, ossia quello con l’Ungheria, la Slovenia e l’Italia. Gia’ la scorsa settimana il confine era stato teatro di esercitazioni della nuova unita’ “Puma” contro gli ingressi illegali, in collaborazione con la polizia e l’Esercito, al confine con la Slovenia. Vienna si dice pronta a tutti gli scenari. “L’accordo tra Cdu e Csu indica che la Germania vuole stabilire misure nazionali per combattere i flussi migratori. Ci vediamo pertanto incoraggiati a predisporre le misure necessarie a scongiurare svantaggi per l’Austria e il suo popolo”. “La questione”, ha dichiarato il cancelliere Kurz alla radio “Orf” “e’ anche se tutti i 60 milioni di persone che sono in fuga in tutto il mondo, abbiano realmente il diritto di chiedere asilo in Europa”. L’agenzia per i rifugiati dell’Onu Unhcr ha prontamente contestato le parole del cancelliere austriaco. Dopo il vertice di Bruxelles si dovrebbe promuovere una piu’ ampia cooperazione con gli Stati nord-africani. “Non tutti i paesi sono instabili”, ha detto Kurz. Ci sono contatti con “Egitto, Marocco o Tunisia”. Realizzare centri in quei paesi avrebbe un costo “sostanzialmente inferiore ai nostri attuali sistemi di asilo in Europa”, ha concluso il cancelliere.

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Il rallentamento della crescita spinge l’Italia ad escludere una riduzione del suo deficit

04 lug 10:57 – (Agenzia Nova) – Il nuovo governo euroscettico dell’Italia ha annunciato che quest’anno non prendera’ nessuna ulteriore misure per ridurre il suo deficit di bilancio, a causa del rallentamento della crescita economica: lo scrive il quotidiano britannico “The Financial Times”, riferendo le parole del ministro delle Finanze italiano, Giovanni Tria; il quale ieri martedi’ 3 luglio ha avvertito che potrebbe essere necessaria una “moderata” revisione al ribasso della precedente previsione di un deficit dell’1,5 per cento del Prodotto interno lordo (Pil). Cio’ significa, ha spiegato Tria, che Roma “non adottera’ misure correttive nel corso di quest’anno” per ridurre ulteriormente il suo deficit di bilancio. Benche’ l’Italia vorrebbe ottenere una maggiore flessibilita’ delle regole fiscali stabilite dall’Unione Europea, Tria ha ribadito che il paese resta impegnato a far scendere il suo deficit pubblico ed il debito dello Stato: “Continueremo a muoverci in una direzione che non peggiorera’ il deficit strutturale”, ha dichiarato il ministro parlando davanti alla commissione Finanza del Parlamento. “La nostra intenzione di ridurre il debito pubblico non e’ basata sugli impegni presi con l’Europa, anche se essi sono chiaramente molto importanti”, ha detto Tria: “Bensi’ e’ tesa a rassicurare gli investitori internazionali e nazionali”. Al momento, ricorda il “Financial Times”, la Commissione europea si aspetta che il deficit di bilancio annuale dell’Italia cali nel 2018 all’1,7 per cento del Pil, dal 2,3 per cento del 2017: comunque ben al di sotto del limite massimo del 3 per cento stabilito dalle regole europee; mentre il debito totale dello Stato italiano si prevede che scenda leggermente, dal 131,8 al 130,7 per cento del Pil. Il quotidiano economico britannico sottolinea che Tria sta tentando di conciliare le promesse populistiche fatte dall’attuale coalizione di governo italiano durante la campagna elettorale, conclusasi con il voto del 4 marzo scorso, con le richieste di Bruxelles in materia fiscale: ma le sue reiterate dichiarazioni sull’impegno dell’Italia a rispettare la disciplina di bilancio appaiono in contrasto con il combinato disposto delle promesse fatte dai vertici del Movimento 5 stelle, per un aumento della spesa pubblica, e di quelle della Lega, a favore di un abbassamento delle tasse. Ad ogni modo il mese scorso una sua intervista ha provocato un drastico calo dei rendimenti dei titoli di Stato dell’Italia, dopo che erano pericolosamente saliti a causa delle preoccupazioni dei mercati per la rotta di collisione con Bruxelles intrapresa dalla coalizione di governo M5s-Lega e quindi dei rinnovati timori per la stabilita’ a lungo termine della moneta unica europea. Tria dovra’ affrontare il suo primo vero test a Bruxelles, prevede il giornale della City di Londra, nel prossimo mese di ottobre quando l’Italia sottomettera’ all’esame della Commissione europea la bozza di Legge finanziaria per il 2019.

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