Le macchine volanti
Le avevamo viste in film di fantascienza di grande successo come “Blade Runner” di Ridley Scott, o nel celebre “Ritorno al futuro” di Robert Zemeckis, ma le macchine volanti stavolta potrebbero diventare una realtà concreta nei cieli delle più grandi città del mondo e non solo.
Si chiama urban air mobility o Uam ed è la nuova concezione di mobilità urbana aerea legata all’utilizzo di macchine a decollo verticale e in grado di volare orizzontalmente, esattamente come guidare un’auto in strada, solo che lo si farà nello spazio aereo cittadino.
In Europa Airbus ha da poco annunciato il suo futuro taxi volante.
Ecco alcuni esempi di prototipi di auto volanti nel mondo:
A crederci davvero è l’esperta di progettazione aerospaziale dell’Università del New South Wales in Australia, Sonya Brown della School of Mechanical and Manufacturing Engineering, che intervistata da thebrighterside.news ha spiegato: “L’obiettivo è sviluppare un modello di mobilità aerea urbana utile a ridurre la crescente congestione stradale”.
“Le auto volanti in un futuro prossimo ci offriranno un modo diverso di fare viaggi brevi e personalizzati”, ha affermato Brown.
Mobilità aerea urbana ed elettrica
In Australia, in particolare, ha sottolineato l’esperta, si sta lavorando a diversi modelli di auto volanti e sempre più aziende hanno deciso di investire nella mobilità urbana aerea: “I primi utilizzi di auto volanti saranno per il trasporto di merci e anche di persone, come i taxi, nonchè per servizi di emergenza”.
Si tratta di mezzi a motore elettrico (autonomia ipotetica delle batterie fino a 250 km) che possono volare fino ad alcune migliaia di metri di altezza, ma sempre in uno spazio aereo subito al di sotto dei voli commerciali e civili.
La propulsione elettrica dei mezzi in volo garantisce la piena sostenibilità energetica ed ambientale dell’Uam, soprattutto se le batterie sono ricaricate con fonti energetiche rinnovabili e se magari finiscono poi nei circuiti dell’economia circolare una volta esauste.
Barriere da superare
Certo ci vorrà del tempo prima di farsi un giretto per i cieli delle nostre città, ha spiegato ancora la professoressa australiana, perché ci sono diversi problemi da risolvere, tra cui la sicurezza delle tecnologie impiegate, un quadro regolatorio completo, autorizzazioni, licenze di guida e un’adeguata formazione non solo per i piloti, ma anche per i passeggeri e per tutte quelle autorità coinvolte in questo tipo di mobilità (civili e militari, forze dell’ordine, protezione civile e unità d’emergenza sanitarie e dei vigili del fuoco ad esempio).
Prima di decollare, insomma, c’è da chiedersi quale codice dell’aria rispettare, a chi dare la precedenza in volo, quali corridoi creare nei cieli cittadini, che tipo di patente sarà necessaria, che tipo di abilità bisognerà dimostrare, senza tralasciare un particolare di non poco conto che è l’inquinamento acustico, perchè i rotori di questi mezzi (a volte ce ne sono otto in dotazione) pare siano molto rumorosi.