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Ma perché il 5G standalone non è fra i target della Digital Decade della Ue?

La densificazione delle reti e il 5G standalone non sono target specificamente richiesti negli obiettivi della Digital Decade della Commissione Ue. Lo ha fatto notare in occasione di ComoLake2023 – Next Generation Innovations Ilsa Godlovitch, Director dell’ufficio brussellese di WIK Consult, la società di consulenza che ha realizzato il report di riferimento per conto della Commissione Ue sui diversi scenari di investimento necessari per raggiungere gli obiettivi di copertura in fibra e 5G al 2030.

C’è 5G e 5G

Questo particolare che riguarda il 5G standalone non è secondario, perché implicitamente lascia aparta agli operatori la possibilità di puntare ancora sul cosiddetto basic 5G, vale a dire l’upgrade con capacità 5G delle reti e dei siti 4G esistenti. Un risparmio non da poco e certamente non indifferente per gli operatori che versano in condizioni economiche difficili.

La differenza di performance però è sostanziale, tanto che il servizi 5G cosiddetti mission critical possono funzionare soltanto su reti 5G standalone (fra questi ad esempio la guida autonoma, le operazioni in real time il pieno dispiegamento dell’AI).

La Commissione Ue si accontenta di una copertura 5G basic, con l’upgrading del 4G? A soffrirne sarebbero i nuovi servizi verticali mission critical che funzionano soltanto con il 5G standalone.

In Italia 5G standalone fermo al 7% ma presente negli obiettivi del nuovo piano BUL

Ed è anche per questo che in Italia la copertura 5G standalone è ferma al 7%, una percentuale che potrà decisamente aumentare anche grazie ai fondi complessivi di 2,8 miliardi della nuova strategia a banda ultralarga licenziata dal Governo a luglio. L’Italia, diversamente dalla Ue, ha posto il 5G in modalità standalone come requisito per le nuove reti.

Notevole differenza di costi di copertura

Certo, la differenza di costi per la copertura 5G basic rispetto al 5G standalone e densificazione delle reti è notevole. Secondo i dati del report di WIK Consult, usando la prima opzione, vale a dire il basic 5G, cioè il semplice upgrading delle reti e dei siti 4G esistenti, il costo di copertura a livello europeo sarebbe di 11, 5 miliardi di euro. Al contrario, la densificazione delle reti 5G per una rete full 5G unica costerebbe circa 33 miliardi di euro e 2,7 miliardi di contributi pubblici.

La soluzione più economica, in generale, sarebbe la realizzazione in contemporanea della rete in fibra e di quella 5G, anche perché il full 5G ha bisogno della fibra per funzionare al meglio.    

Ma perché la Digital Decade della Ue non ha fissato una definizione univoca di 5G?

E gli operatori, che da tempo denunciano la carenza di fondi per le nuove reti e si sentono penalizzati dalla bocciatura della tassa su Internet in sede Ue, cosa decideranno di fare? Investire sul 5G standalone o continuare con l’upgrading del 4G?  Con quali conseguenze per lo sviluppo di nuovo servizi 5G mission critical?

Vedi anche: ComoLake2023, Godlovitch (WIK), Fair share? Ha ragione il Governo italiano: i dati Ue su fibra e 5G dell’Italia non corretti

Leggi anche: Investment and funding needs for the Digital Decade connectivity targets (WIK Consult)

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