Le fusioni e acquisizioni nel settore delle telecomunicazioni hanno raggiunto quest’anno livelli record, offuscando i livelli di un altro anno record, il 2007.
Secondo i dati forniti da Dealogic, nei settori Technology e Telecom le attività di M&A hanno raggiunto quota 246 e 171 miliardi di dollari rispettivamente, spazzando via, finalmente, le nubi della crisi finanziaria che ha rallentato le operazioni nel settore.
Tre le principali forze che hanno trainato i diversi accordi raggiunti nel settore: i cambiamenti dei comportamenti dei consumatori, sempre più orientati sui servizi wireless, la convergenza tra telecom e media e l’innovazione tecnologica (basti pensare al settore automobilistico, dove l’innesto di tecnologie innovative non ha solo portato alla realizzazione delle prime auto senza conducente, ma anche alle auto connesse).
Per quanto riguarda, nello specifico, il settore delle telecomunicazioni, le attività di fusione e acquisizione sono state guidate dalla necessità delle aziende, soprattutto in Europa, di raggiungere dimensioni adeguate a una competizione sempre più globale.
Ma, come dicevamo, alla base di questa ondata di fusioni e acquisizioni c’è anche la convergenza dei servizi, con i consumatori che chiedono sempre più interazione tra dispositivi fissi e mobili.
Unire le forze, quindi, è anche un modo per far fronte ai massicci investimenti nelle reti di nuova generazione fisse e mobili, richiesti per far fronte alla domanda presente e futura e per tenere il passo con gli sviluppi tecnologici sempre in agguato.
È il caso, ad esempio, delle tecnologie mobili: in Europa si è appena fatto in tempo a implementare il 4G che gli operatori sono chiamati a pianificare lo sviluppo del 5G, che sarà un volano anche per l’Internet delle Cose, ossia di una rete a cui saranno connessi anche gli oggetti.
Ecco perché le dimensioni contano ed ecco perché nell’anno che sta arrivando si attende ancora consolidamento, soprattutto in Europa, dove tuttavia i desideri di grandezza degli operatori si scontrano con i paletti delle autorità antitrust, pronte a fermare i progetti che potrebbero avere ripercussioni negative sul versante dei prezzi o della scelta.
A livello globale, spiegano gli analisti di Thomson Reuters, ci sono stati ben 4 accordi dal valore superiore a 10 miliardi di dollari e negli Usa è in attesa di approvazione l’acquisizione di Time Warner Cable da parte di Charter Communications: un’operazione da quasi 80 miliardi di dollari, la terza di tutti i tempi.
Tale è stata la ‘bonanza’ in tutti i settori, da quello farmaceutico alle telecomunicazioni, passando da petrolio e gas – dicono gli analisti – che dal 1980 a oggi sono state solo sei le fusioni che hanno superato la soglia dei 100 miliardi di dollari, e due sono state siglate quest’anno (ultima in ordine di tempo quella da oltre 150 miliardi di dollari tra Pfizer e Allergan che darà vita al più grosso gruppo del settore per vendite).
“Abbiamo assistito a un anno di trasformazioni strategiche e industriali con volumi che si sono attestati ai livelli più alti di sempre. Nel 2007, la media era di un accordo da 10 miliardi e più a settimana, quest’anno la media è stata di 1,5”, ha spiegato David Lomer, di J.P.Morgan.