Nella scontro di questi giorni tra il Brasile ed Elon Musk sul caso X è intervenuto anche il presidente brasiliano, Luiz Inácio Lula da Silva.
Lula, come viene chiamato il Presidente eletto succeduto a Jair Bolsonaro, ha dichiarato di essere “soddisfatto” della decisione del giudice della Corte suprema, Alexandre de Moraes, di bloccare in Brasile il social X, del miliardario sudafricano Elon Musk, per la mancata nomina di un rappresentante legale dell’azienda nel Paese.
“Il sistema giudiziario brasiliano potrebbe aver dato un segnale importante: il mondo non è obbligato a sopportare il vale tutto dell’estrema destra di Musk solo perché è ricco”, ha detto Lula a Cnn Brasil.
Il capo dello Stato ha poi minimizzato il danno per gli utenti. Secondo lui milioni di persone cercano social con profili simili, che offrono lo stesso servizio di X. Per Lula, la decisione di Moraes può servire da esempio per altri Paesi che soffrono anch’essi di fake news e di quella che lui considera “l’ingerenza e la militanza politica” del magnate. Il leader progressista si è inoltre detto convinto che la maggior parte della stampa internazionale ha interpretato la messa al bando di X come un’affermazione della sovranità del Brasile, in seguito al mancato rispetto da parte di Musk degli ordini emessi dalla Corte suprema.
Non solo X, ora rischia anche Starlink
Intanto, sta diventando Starlink il nuovo terreno di scontro tra il magnate sudafricano e il Brasile di Lula. Ore dopo la conferma della Corte suprema della messa al bando di X per il mancato adempimento delle disposizioni del giudice Alexandre de Moraes, il governo del leader progressista ha fatto sapere che anche il sistema di internet satellitare del tycoon, è in bilico. S
e non rispetterà l’ordine di oscurare il social, come tutti gli altri provider, arriveranno nuove sanzioni, col rischio di una revoca della concessione necessaria per operare nel Paese.
La svalutazione di X: persi 24 miliardi per gli investitori
Secondo un articolo del Washington Post sui risvolti dell’acquisizione del 2022, gli investitori che hanno sostenuto a suon di svariati miliardi l’acquisto di Twitter da parte di Elon Musk oggi assistono ad una forte perdita del valore che si è dimezzato rispetto a due anni fa.
“Quando Elon Musk ha acquistato Twitter e l’ha ribattezzata X, non l’ha fatto da solo. Sebbene il miliardario abbia attinto al suo vasto patrimonio per coprire la maggior parte del prezzo d’acquisto di 44 miliardi di dollari nel 2022, si è affidato anche a prestiti bancari e a una lunga lista di investitori, la cui entità è stata rivelata solo di recente”, si legge. Nella lista leader d’azienda e reali sauditi e del Qatar, investitori tecnologici e di venture capital della Silicon Valley e il cofondatore ed ex ceo di Twitter Jack Dorsey
Sotto l’egida di Musk la valutazione di X è crollata e il suo valore si è ridotto alla metà di quello che lui ha pagato. Dati alla mano, dalla fine dello scorso anno, Fidelity ha costantemente valutato la quota di X in uno dei suoi fondi il 70% in meno del prezzo di acquisto, un calo di valutazione riportato per la prima volta da Axios.
La fuga degli inserzionisti
I dati pubblicati venerdì mostrano che Fidelity valuta ora la partecipazione circa il 72% in meno rispetto a quando Musk ha rilevato X, portando la sua quota complessiva della società da una valutazione di circa 316 milioni di dollari a 88 milioni di dollari.
Il quotidiano osserva che avendo “Musk trasformato Twitter in una società privata, è difficile conoscere la sua valutazione aggiornata. Ma alcune cose sul suo quadro finanziario sono chiare: gli inserzionisti, la sua principale fonte di entrate, sono fuggiti dopo le controversie, alcune causate dallo stesso Musk”.
“Alcuni inserzionisti sono stati scoraggiati anche dalla sua decisione di eliminare la moderazione dei contenuti e di ripristinare migliaia di account precedentemente sospesi per aver violato le regole del sito”, si legge.