“Tutto ciò che riguarda i dati non ci compete. È l’operatore stesso che è proprietario e detiene questi dati, noi non abbiamo nessuna possibilità di prendere dati e nessuno ci ha mai detto di prenderli”, ha dichiarato Luigi De Vecchis, il presidente di Huawei Italia, in risposta alle accuse che gli Stati Uniti rivolgono alla società cinese, vista come un “braccio” del governo di Pechino.
Intervistato da Petrolio “New Wave”, la trasmissione condotta da Duilio Giammaria, che andrà in onda domani su Raiuno in seconda serata, De Vecchis ha detto: “ammesso e non concesso che ci fosse una richiesta del genere da parte del governo nei confronti di Huawei, non saremmo in grado di farlo”. Il presidente di Huawei Italia fa un esempio e dice: “dovremmo andare da Telecom e chiedere a loro ‘per cortesia, ci dai la chiave che ci hanno chiesto dei dati riguardo a Sigonella’? Ma è veramente una leggenda metropolitana, è impossibile”.
“Chiamateci, noi siamo pronti. Fate tutti i test che volete: in Cina, in Italia, in Giappone, prendetevi gli apparati, alla fine per cortesia certificate o non certificate. Se l’Europa crede che Huawei effettivamente è un’azienda che serve un Paese, lo deve dire chiaramente”, haaffermato De Vecchis.
Secondo il dirigente dell’azienda cinese, se l’Europa riconoscesse un collegamento tra il colosso tecnologico e il governo cinese nella gestione dei dati “Huawei dovrebbe prenderne atto e chiudere”. Ma, ha concluso De Vecchis, “credo che sia sciocco prendere una posizione così drastica nei confronti di una situazione che non esiste”.
La dichiarazione di De Vecchis arriva il giorno dopo l’apertura di Trump a Huawei: 5G, disgelo Usa-Cina? ‘Ramoscello di ulivo’ di Trump a Huawei via Twitter