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L’ombra della Brexit sull’abolizione del roaming

L’ombra della Brexit si allunga sulla fine del roaming, fissata per dopodomani nei paesi della Ue. Soltanto un operatore mobile su cinque nel Regno Unito si è impegnato formalmente a mantenere l’abolizione delle tariffe di roaming dopo che il paese avrà formalmente lasciato l’Unione Europea, mentre tutti gli altri si riservano di decidere a giochi fatti, quando sapranno con esattezza quali sono i termini della Brexit.

Di fatto, da giovedì i cittadini britannici che viaggiano nella Ue non pagheranno più gli extra costi di roaming per chiamate, sms e dati all’estero.

Però, soltanto l’operatore Three, che ha abolito il roaming in quasi tutti i paesi europei dallo scorso mese di agosto, ha detto a chiare lettere che manterrà questa linea anche dopo la fine dei negoziati per la Brexit.

Gli altri operatori O2, Vodafone ed EE al contrario prima di decidere il da farsi vogliono vedere quali saranno i termini dell’accordo fra il Governo di Londra e Bruxelles.

Nel frattempo, è emerso che pur essendo il Regno Unito soggetto alle norme europee sullo zero roaming, alcuni operatori non permetteranno ai clienti di fruire delle stesse condizioni in termini di velocità e quantità di dati di navigazione quando si trovano all’estero.

Un portavoce di Three ha detto al sito scotsman.com che il suo pacchetto roaming resterà invariato indipendentemente dall’esito dei negoziati per la Brexit, mentre da O2 hanno fatto sapere che intende discutere con il governo e con l’Ofcom per capire cosa succederà una volta che il paese sarà fuori dall’Unione. Un portavoce di Vodafone ha detto che al momento è troppo presto per dire quali saranno le conseguenze della Brexit sul roaming. Sulla stessa linea di Vodafone si è schierata anche EE, mentre Tesco Mobile ha fatto sapere che cercherà di mantenere in vigore in modo permanente il taglio del roaming nelle sue tariffe.

C’è da dire che dal Parlamento Europeo è trapelato un documento nel quale si legge che l’abolizione del roaming potrebbe non valere per il Regno Unito post Brexit.

Insomma, una complicazione in più per i cittadini britannici e per chi in futuro viaggerà nel Regno Unito.

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