L'indagine

L’offerta legale di contenuti online attrae il pubblico europeo, ma la pirateria rimane una minaccia

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La pirateria audiovisiva resiste, nell’indagine Euipo, ma le nuove generazioni di utenti online preferiscono la qualità di film, serie tv ed eventi sportivi offerti a pagamento nel rispetto del diritto d’autore. Cresce anche il numero di coloro che si rendono conto del danno economico al settore e di chi teme sanzioni e azioni giudiziarie.

Secondo le ultime stime dell’Euipo, l’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale, il numero di accessi e visualizzazioni di contenuti online sulle piattaforme e le applicazioni pirata è in calo

Nel sondaggio sulle percezioni e il comportamento degli europei riguardo alla proprietà intellettuale, pubblicato in settimana, si riporta una diminuzione del fenomeno nel vecchio continente, con solo un 8% di utenti di contenuti audiovisivi offerti illegalmente online nell’ultimo anno, in calo del 2% rispetto all’ultima indagine.

I dati sulla pirateria e l’offerta legale

Non è ancora un dato omogeneo, a livello di Stati dell’Unione, ma è confortante sapere che in Grecia, Polonia, Italia e altri Paesi, solo il 4% degli intervistati ammette di rivolgersi ancora alle piattaforme pirata.

Dati invece ben peggiori sono quelli che arrivano da Lussemburgo e Slovenia, dove la pirateria è ancora alta attorno al 18%, in aumento rispetto ai dati degli ultimi tre anni.

Alla base, comunque, di una generale contrazione degli atti di pirateria e del numero di utenti di piattaforme che offrono contenuti online illegalmente, c’è la crescita delle piattaforme web legali.

Gli stessi pirati, nel 59% dei casi, ne hanno fatto uso, il che significa che anche gli utenti che generalmente erano abituati a non pagare per vedere film e serie tv, ad esempio, hanno preferito sempre più spesso abbonarsi a servizi legali nel tempo.

Percezione del reato

Dato invece più problematico è quello riferito alla percezione della pirateria da parte del pubblico audiovisivo: il 28% degli intervistati (dato in calo rispetto al 32% del 2017) ritiene che in fondo, quando non ci sono alternative valide, piratare un contenuto non è coì grave, mentre un altro 27% (anche qui in calo deciso rispetto al 37% del 2017) lo ritiene accettabile se è solo per uso personale.

Anche qui, il dato europeo non è omogeneo: si va dal 50% degli intervistati in Bulgaria, che considera accettabile piratare contenuti online protetti dal diritto d’autore, al 20% della Finlandia.

La leva per sconfiggere la pirateria, oltre che l’azione di contrasto giudiziaria, istituzionale e regolatoria, rimane sempre l’offerta legale e la comunicazione.

Di tutte le persone che hanno ammesso di scaricare o guardare in streaming contenuti offerti illegalmente, più della metà (58%) ha affermato che si rivolgerebbe senza dubbio ai servizi a pagamento legali invece che piratati, a patto che il costo sia contenuto.

Il 35% si è detto anche preoccupato delle conseguenze legali della pirateria, come sanzioni e denunce, mentre un 31% si soffermato a riflettere anche sul danno che tali condotte causano all’industria audiovisiva, in termini di mancati investimenti, mancati guadagni delle imprese e posti di lavoro persi.

Piattaforme a pagamento

Il 42% degli intervistati, infine, è già utente di piattaforme legali a pagamento per la visione di serie tv, film o altri programmi (tra cui lo sport). Un dato in forte crescita, rispetto al 27% del 2017.

Quasi nove europei su dieci sono d’accordo (a parole) nel sostenere che è sempre meglio pagare quanto si deve per consumare contenuti online, remunerando i proprietari dei diritti, anche perché la qualità dei contenuti è migliore (76%) e la diversità dell’offerta è più ampia (64%).

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