Per le famiglie sono 1.575 euro in più all’anno, è scontro tra le parti sociali
Lo stipendio di badanti e babysitter aumenterà automaticamente del 9,20% nel 2023, sia che si raggiunga un accordo tra le parti sociali sia in sua mancanza. Sì, perché il meccanismo di retribuzione dei collaboratori domestici prevede una scala mobile, per adeguare il salario all’inflazione, che scatta di default se per tre volte le parti non trovano un accordo. Per la precisione, come mostra il grafico in apertura badanti e babysitter vedranno in busta paga un aumento del 9,20%. Perché questa esatta percentuale? La ragione è che il saltello salariale viene calcolato all’80% dell’inflazione. L’inflazione a fine 2022 è dell’11,5 per cento e all’80% fa, appunto, 9,20%. Per una badante convivente a tempo pieno questo si traduce in 94,42 euro in più al mese e per le famiglie datrici di lavoro in 1.575 euro in più all’anno compresi i contributi previdenziali. Per le famiglie, quindi, i costi delle badanti aumenta in modo significativo
I costi delle badanti con il nuovo Ccnl
Per una badante non convivente e per le babysitter, entrambe pagate ad ora, questo si traduce in un balzello di 0,66 centesimi l’ora. Questo per quanto riguarda i collaboratori domestici. Per le famiglie sarà una stangata, sommando ratei mensili Tfr, ferie e tredicesima i costi per le badanti conviventi a tempo pieno inquadrate nel livello “C super” del CCNL arriverà a 18.752 euro, prima era 17.177 euro. Qui sotto nel grafico la previsione dell’aumento anche per badanti non conviventi e babysitter. Quest’ultime se inquadrate nel livello “B super” arriveranno a costare alla famiglia datrice di lavoro 20.701 euro all’anno, prima il costo era di 18.958 euro. In media oggi un collaboratore domestico costa alle famiglie 667 euro al mese.
Stipendio badanti, il minino all’ora è 4,83 euro
Le associazioni che rappresentano le famiglie datrici di lavoro domestico non ci stanno e, oltre a chiedere che gli aumenti siano distribuiti lungo il 2023, propongono di aumentare lo stipendio di badanti e babysitter del 7,3%: in linea con l’adeguamento delle pensioni all’inflazione. Tuttavia va sottolineato che attualmente il CCNL del lavoro domestico prevede come paga oraria minima 4,83 euro e come massima 8,33 euro. Inoltre l’aumento salariale, secondo l’ultimo rapporto Censis, riguarda 1 milione e 655mila lavoratori in aumento, rispetto al 2001, del 50%, soprattutto per quanto riguarda la quota di lavoratori stranieri.
Badanti, colf e babysitter, il 77,3% sono lavoratori stranieri
Un esercito di lavoratori stranieri presta assistenza presso le case degli italiani. Secondo le stime Censis gli stranieri che sono chiamati ad aiutare i nuclei famigliari sono il il 77,3% di tutti i collaboratori domestici. Un esercito di aiutanti composto per la maggior parte da donne che rappresentano l’82,4%. La maggior parte dei collaboratori domestici è di età compresa tra i 36 e i 50 anni, il 56,8%. Secondo le stime dell’Istituto di ricerca fondato a Roma nel 1964, nel 2030 in Italia ci saranno 500mila collaboratori domestici in più, per l’esattezza il numero di lavoratori domestici in Italia arriverà a quota 2 milioni e 151 mila.
Il 41,7% delle famiglie rinuncia alle badanti per i costi eccessivi
L’ultimo rapporto sui servizi alla persona restituisce una fotografia drammatica. Il 41,7% delle famiglie prevede di rinunciare alla babysitter, alla colf e alla badante. Ma il fatto più preoccupante è che il 20% dei nuclei famigliari (il 15% al sud) valuta di sostituire il collaboratore domestico rinunciando al lavoro di uno dei componenti della famiglia, o trasformando il tempo pieno in part-time involontario. Un dato reso ancora più preoccupante dall’aumento di necessità delle famiglie a dotarsi di un collaboratore, il 44,4% prevede infatti nei prossimi anni di avere bisogno per la prima volta di un collaboratore o di aumentare le ore di chi già presta servizio. Già oggi il 2,8% dei nuclei ha fatto ricorso a un prestito per poter sostenere le spese dell’aiuto a casa.
Badanti, la maggior parte non ha competenze per svolgere il lavoro
Paradossale o meno la realtà è che la maggior parte delle persone, il 71%, sceglie il lavoro di badante solo per necessità e non ha nessuna competenza professionale certificata. Addirittura solo il 14,3% di chi si occupa di una persona anziana ha seguito un percorso formativo. Tuttavia la maggioranza dei collaboratori che hanno fatto “di necessità virtù” non pensa di abbandonare il lavoro, il 70% infatti è deciso a tenerselo. Si, ma la maggior parte delle famiglie e le associazioni di datori chiedono l’istituzione di un registro di collaboratori che ne garantisca la professionalità, oltre al potenziamento dei servizi gratuiti sul territorio che facciano incontrare la domanda e l’offerta. Le famiglie che possono invece sostenere i costi delle badanti affidandosi a un’agenzia privata che si occupa di tutto, reclutamento e paga, sono invece il 25,7%.
Libretto famiglia Inps, lo strumento veloce per pagare la babysitter
Il libretto famiglia Inps serve per retribuire le prestazioni di lavoro occasionale. E’ uno strumento che permette ai datori di lavoro di pagare i propri dipendenti in modo semplice e sicuro senza dover effettuare alcun tipo di adempimento contributivo. Il libretto famiglia è nominativo e prefinanziato, ciò significa che il datore di lavoro deve prima caricare dei fondi sul libretto e poi utilizzarli per pagare le prestazioni di lavoro. Va ricordato che il libretto famiglia è utilizzabile solo per prestazioni di lavoro occasionale, cioè per attività lavorative svolte in modo saltuario e non continuativo.
Come fare per attivare il libretto famiglia Inps?
Per utilizzare il libretto famiglia Inps il datore di lavoro deve prima di tutto registrarsi al portale dell’Inps e attivare un rapporto di lavoro. In seguito è possibile caricare fondi sul libretto e utilizzarli per pagare le prestazioni lavorative di babysitter, colf e di tutti i tipi di collaboratori domestici. La paga oraria minima prevista è di 10 euro comprensiva dei contributi (ma nulla vieta di pagare di più). Ci sono poi dei limiti economici per quanto si può pagare con questo strumento. Una famiglia può pagare al massimo 5.000 euro in un anno tra tutti i collaboratori chiamati, ogni collaboratore può essere pagato in questo modo al massimo 2.500 euro in un anno.
I dati si riferiscono al: 2001-2023
Fonte: Istat; Censis; Associazione Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico