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Secondo gli ultimi dati Istat disponibili (che si riferiscono al 2020), in un anno in Italia vengono immessi nelle reti comunali di distribuzione 8,1 miliardi di metri cubi d’acqua per uso potabile, l’equivalente di 373 litri per abitante al giorno. Una quantità senza dubbio abbondante, se non fosse che tra teoria (l’acqua immessa) e pratica (l’acqua materialmente disponibile al rubinetto) ci sono di mezzo notevoli perdite idriche. Dei 373 litri al giorno disponibili per abitante, nel corso di un anno-tipo, solo 215 litri sono arrivati a destinazione. Il 42,2% dell’acqua totale è andato perso. In Italia oltre un comune su quattro perde oltre il 50% dell’acqua immessa nelle reti. Uno spreco dell’acqua non da poco: si stima che con quella persa si soddisfarebbero le esigenze idriche di 43 milioni di persone per un anno intero.
Nel 57,3% dei comuni lo spreco dell’acqua arriva al 35%
Il 57,3% dei Comuni italiani perde in distribuzione almeno il 35% dei volumi d’acqua immessi nella rete. Il fenomeno delle perdite ingenti, ossia quelle che corrispondono ad almeno il 55% dell’acqua sprecata, riguarda oltre un comune italiano su quattro. La maggior parte di comuni con perdite contenute è nel distretto del Fiume Po (qui il 54,5% ha perdite inferiori al 35%). I comuni con le perdite più ingenti sono quelli dell’Appennino centrale e dell’Appennino meridionale (in quest’area il 41,6% dei comuni ha perdite pari ad almeno il 55%) e della Sardegna.
Le perdite idriche in Valle d’Aosta non superano il 24%
Sebbene lo spreco dell’acqua abbia un andamento molto variabile, le situazioni più critiche sono concentrate nelle aree del Centro e del Mezzogiorno, cioè quelli che ricadono nei distretti idrografici della fascia appenninica e insulare. Nel 2020 le maggiori perdite idriche sono state rilevate in Basilicata (62,1%), Abruzzo (59,8%), Sicilia (52,5%) e Sardegna (51,3%). Al Nord, invece, tutte le regioni, escluso il Veneto (43,2%), hanno fatto registrare perdite idriche per valori inferiori a quello medio nazionale. La regione più virtuosa d’Italia dal punto di vista idrico è la Valle d’Aosta, dove lo spreco dell’acqua è limitato a meno del 24% di quella immessa nella rete.
Acqua del rubinetto, il 29,4% delle famiglie italiane non si fida
L’Italia è al quinto posto in Europa per qualità dell’acqua del rubinetto. Eppure, è uno dei paesi che fa registrare le maggior vendite di acqua in bottiglia al mondo. Si bevono mediamente tra i 200 e i 220 litri di acqua in bottiglia all’anno pro capite, quantitativo che rende il nostro Paese il primo consumatore di acqua imbottigliata d’Europa. Il primato si spiega anche con la poca fiducia che gli italiani sembrano nutrire nei confronti dell’acqua che sgorga dal rubinetto. Le famiglie che dichiarano di non fidarsi a bere l’acqua di rubinetto sono il 29,4%. Un dato ancora alto, che tuttavia è in calo: nel 2002 oltre il 40% delle famiglie italiane era diffidente nei confronti della cosiddetta “acqua del Sindaco”. Oggi continuano a esserci timori soprattutto nelle Isole maggiori, in particolare in Sardegna (48,6%) e Sicilia (61,7%).
Spreco dell’acqua, il 70% degli italiani fa attenzione
I cambiamenti climatici e l’effetto serra rientrano tra i cinque problemi ambientali che preoccupano maggiormente la popolazione italiana. Ma anche lo stato e l’inquinamento delle acque suscitano timori. Quasi il 40% degli italiani (in particolare quelli più giovani) si dichiara preoccupato per l’inquinamento delle acque, mentre un 22,4% di popolazione (soprattutto quella over 55) teme per il dissesto idrogeologico (frane e alluvioni). La consapevolezza dell’importanza dell’acqua si riflette nella statistica legata agli sprechi. Quasi il 70% delle persone di almeno 14 anni in Italia dichiara di prestare attenzione a non sprecare acqua, in particolare (76,6%) in Sardegna, regione che da secoli fa i conti con la siccità.
Qualità dell’acqua del rubinetto, al Sud le maggiori lamentele
Limpidezza, odore e “sapore”. I criteri con i quali valutare la qualità dell’acqua che arriva nelle case sono molteplici. E in generale gli italiani si ritengono soddisfatti: più di tre famiglie su quattro, il 76,5%, si dice abbastanza o molto soddisfatta riguardo all’acqua del rubinetto. Tuttavia, nelle regioni del Sud i livelli di gradimento sono decisamente più bassi. In Calabria solamente il 57% delle famiglie è soddisfatto dell’acqua che arriva a casa, in Sicilia il 60,4%, in Sardegna il 67,2%.
Erogazione dell’acqua, in Calabria e Sicilia i principali disservizi
Non è solo un problema di qualità dell’acqua, ma anche di affidabilità della sua erogazione. In Italia il 9,7% delle famiglie si lamenta per l’irregolarità nel servizio di erogazione dell’acqua nelle proprie abitazioni. Il 70% delle lamentele arriva dal Sud, in particolare da Calabria e Sicilia, le regioni più esposte ai disservizi legati all’erogazione dell’acqua nelle abitazioni. In Calabria ben il 45,1% delle famiglie lamenta irregolarità nel servizio, mentre al Nord-Ovest e nel Nord-Est i nuclei familiari insoddisfatti sono appena il 3,6% e il 2,5%.
I dati si riferiscono al: 2020-2022
Fonte: Istat