Il tema dello scorporo della rete Tim entra ufficialmente in campagna elettorale con le dichiarazioni odierne del segretario del Pd Matteo Renzi. Lo scorporo della rete di Telecom Italia è “un’idea che hanno in tanti da tempo, non si è potuta realizzare, è una delle strade su cui si può ragionare e discutere”, ha detto Renzi, per il quale è “fondamentale un grande progetto industriale per il nostro Paese per i prossimi 10 anni. Quali sono i punti su cui intendiamo investire? Abbiamo davanti sei mesi di campagna elettorale, discutiamo di un grande piano industriale per il Paese“, ha aggiunto.
L’interesse della politica per il tema, che ciclicamente torna all’onore delle cronache, è stato evidenziato già ieri dal ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan, che dopo l’apertura dell’istruttoria del Governo sulla governance di Vivendi in Tim per l’eventuale ricorso alla golden power, allarga il tiro al ruolo strategico delle reti di telecomunicazioni per il paese.
“A prescindere dai proprietari, in termini di principio, la separazione fra infrastrutture e operatori è una soluzione che può dare efficienza e la si può realizzare in vari modi”, ha detto ieri il ministro Pier Carlo Padoan, intervistato dal ‘Sole 24 Ore’, rispondendo alla domanda su come giudica l’ipotesi di scorporo della rete di Telecom Italia e la costituzione di una società delle reti sotto Cdp. “Il discorso va legato all’obiettivo strategico di dotare l’Italia di un capitale Ict adeguato alle sfide di un Paese avanzato”, ha specificato il ministro.
Resta da capire in che modo il Governo intende utilizzare la carta della golden power, previa ammissibilità del suo utilizzo, per la mancata notifica del cambio della governance di Tim, sull’attività di “direzione e coordinamento da parte di Vivendi” comunicata lo scorso 27 luglio senza preavviso al Governo, che adesso vuole verificare se possa emergere un possibile “grave pregiudizio” per gli interessi pubblici legati al “buon funzionamento della rete di telecomunicazione”.
Tim ha diffuso oggi una nota in cui ricostruisce la vicenda, richiamando i due comunicati del 24 e 27 luglio scorso, in risposta alla richiesta di precisazioni da parte della Consob.
L’interesse del governo è tutelare gli interessi nazionali in settori strategici, come le reti di telecomunicazioni, in particolare per quanto riguarda Sparkle, la società del gruppo telefonico che gestisce la rete transoceanica sottomarina. Nei giorni scorsi il ministro Carlo Calenda ha detto che l’uso della golden power sarà “intransigente”.
La norma di riferimento è il decreto legge n. 21 del 15 marzo 2012 (‘golden power’) che conferisce all’esecutivo poteri speciali sugli assetti societari nei settori della difesa e della sicurezza nazionale, nonché per le attività di rilevanza strategica nei settori dell’energia, dei trasporti e delle comunicazioni.
I rapporti fra Roma e Parigi, dalla cantieristica alla Libia, sono tesi e il ricorso alla golden power secondo l’ex segretario del Pd Pier Luigi Bersani è più che legittimo, mentre per il presidente della Commissione Bilancio Francesco Boccia è tardivo. Per i Cinque Stelle è una decisione tardiva presa solamente per far finta di mostrare i muscoli alla Francia.
Arnaud De Puyfontaine, presidente e amministratore ad interim di Tim, è pronto a sedersi al tavolo con il Governo. Vedremo come andrà a finire.
Intanto, sempre in tema di banda ultralarga, ieri Open Fiber ha siglato un accordo annuale con Acea per la realizzazione di una rete a banda ultralarga nella Capitale. L’accordo prevede la concessione da parte di Acea dell’utilizzo dell’infrastruttura di proprietà (o comunque nella propria disponibilità) a Open Fiber, fornendo i dati cartografici e il supporto necessario all’individuazione delle infrastrutture per la realizzazione della rete. Acea potrà contribuire anche alla realizzazione fisica della rete.