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L’Italia in cerca di una sua costellazione satellitare. Valente (Asi): “Entro l’estate lo studio di fattibilità per un piano nazionale”

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L’Agenzia spaziale italiana al lavoro su uno studio di fattibilità preliminare per realizzare una costellazione satellitare nazionale in orbita terrestre bassa. In un articolo del Sole 24 Ore, il Presidente dell'Asi, Teodoro Valente, conferma la prossima estate (“o anche prima”) per la sua conclusione. L’Italia cerca una costellazione per il Mediterraneo e nel frattempo si continua a discutere dell’affaire Starlink-Musk.

I satelliti che non ci sono, lo studio di fattibilità per una costellazione nazionale

Disporre o meno di una costellazione satellitare in orbita bassa terrestre non è una questione da poco, anzi, averla o non averla fa la differenza, soprattutto in tempi di forte instabilità geopolitica come quelli che viviamo.

Le polemiche attorno all’infrastruttura Starlink di SpaceX ci danno la misura di questa importanza, che va ben oltre lo scontro tra opposizioni e Governo sulle possibili trattative in corso con Elon Musk, ma che ci deve far comprendere invece quanto sia centrale il tema della sicurezza nazionale, nello specifico il controllo sui dati.

A riguardo, il presidente dell’Agenzia spaziale italiana (Asi), Teodoro Valente, ha affermato sul Sole 24 Ore che lo studio del progetto per una costellazione satellitare nazionale in orbita bassa dovrebbe esser pronto “al massimo entro l’estate, ma probabilmente anche prima”.

Si tratta di uno studio di fattibilità (ieri un’anticipo), poi ce ne vorrà di tempo per disporre davvero di una prima costellazione. Intanto rimane il dubbio non da poco di come risolvere il problema, che col passare del mesi, stante le diverse crisi politiche, diplomatiche e militari in corso, si fa sempre più grave, e a chi rivolgersi.

Meloni: “Europa e Italia in ritardo”

Ne ha parlato oggi in conferenza stampa di inizio anno anche il Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni: “Neanche io personalmente ho le idee chiare su questa vicenda, perché da una parte si tratta di mettere in sicurezza alcune comunicazioni molto sensibili e molto delicate parlando con il soggetto tecnologicamente più avanzato in questo campo e senza alternative pubbliche. E dovremo parlare del fatto che l’Italia e l’Europa non siano arrivati in tempo su questi temi, per cui l’alternativa è non avere una protezione. Si tratta di scegliere – ha aggiunto – una soluzione tra due scenari, nessuno dei quali è ottimale”.

La questione è quindi centrale e come sottolinea Carmine Fotina sul Sole 24 Ore: la costellazione nazionale allo studio andrebbe a fornire proprio la tipologia di servizi che SpaceX (attraverso Starlink) ha offerto all’Italia per le comunicazioni strategiche, a partire da quelle della Difesa e della rete diplomatica degli Esteri.

Il progetto europeo IRIS2 per il domani, ma oggi?

L’Europa, a cui Meloni si riferisce, ha messo in campo il progetto IRIS2, cioè la futura costellazione multiorbitale di 290 satelliti, che secondo Henna Virkkunen, Vicepresidente esecutiva per la Sovranità tecnologica, la sicurezza e la democrazia della Commissione europea: “proteggerà le nostre infrastrutture critiche, collegherà le nostre zone più remote e aumenterà l’autonomia strategica dell’Europa”.

IRIS2 si comporrà di satelliti posizionati in tre orbite: bassa (LEO), media (MEO) e geostazionaria. Questa configurazione tecnologica assicurerà servizi di comunicazione sicura per governi e Stati membri, oltre a offrire banda larga ad alta velocità per cittadini e imprese, comprese le aree meno servite. Per garantire la massima sicurezza, IRIS2 integrerà sistemi avanzati di crittografia contro le minacce informatiche e di radiofrequenza.

Un giorno però, non oggi, va ribadito. Lo stesso Valente lo sottolinea: “La differenzia sostanziale sta ovviamente nei tempi, perché da un lato, per Starlink, si parla di circa 6.800 satelliti già in orbita, dall’altro di un progetto che per la sua operatività richiederebbe qualche anno”.

Tornando allo studio di fattibilità preliminare oggetto dell’articolo, che forse potrebbe veder la luce già a primavera 2025, Valente ha ricordato che l’Asi sta svolgendo il lavoro “di concerto con altre istituzioni, come la Difesa, visto che si tratta di servizi dual-use, cioè con potenziali applicazioni sia per il settore civile sia per quello militare oltre che per la rete diplomatica”.

Il ddl sulla Space economy e la capacità della nostra industria di mandare in orbita satelliti

Al centro della missione c’è l’individuazione di un’architettura che dovrà far perno sul Mediterraneo, un mare da coprire e proteggere, e la valutazione della capacità del nostro sistema industriale di progettare, costruire e mettere in orbita satelliti.

Secondo Valente questa capacità c’è e quotidiano milanese la rintraccia anche nell’articolo 25 del ddl sullo Spazio all’esame della Camera, dove il Ministero delle Imprese e del made in Italy provvede alla costituzione di una “Riserva di Capacità Trasmissiva Nazionaleattraverso comunicazioni satellitari, utilizzando, al fine di garantire la massima diversificazione, sia satelliti che costellazioni in orbita geostazionaria, media e bassa, gestiti esclusivamente da soggetti appartenenti all’Unione europea o alla NATO.

Nel dettaglio, si legge nella bozza, la riserva di capacità trasmissiva via satellite nazionale è finalizzata a garantire, in situazioni critiche o di indisponibilità delle principali dorsali di interconnessione delle reti terrestri, un instradamento alternativo e con velocità di trasmissione adeguata alle comunicazioni tra nodi di rete strategici per applicazioni di natura governativa o di interesse nazionale, ivi incluse le funzionalità e le comunicazioni del cloud nazionale.

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