Il 29 ottobre 2015 l’Italia ha aderito alla Carta internazionale degli open data. L’occasione per l’ufficializzazione dell’entrata nel nostro Paese nelll’Open Data Charter è stata data dal summit globale OGP (Open Government Partnership) a Città del Messico.
Un evento dedicato alla presentazione della nuova Agenda 2030 dell’Onu per lo sviluppo sostenibile (2030 Agenda for Sustainable Development). Tale Agenda prevede un insieme ambizioso di 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) e 169 obiettivi associati, che richiedono per la loro realizzazione la mobilitazione di tutti i paesi e di tutte le parti interessate e che incidono sulle politiche nazionali.
Tra gli obiettivi di massima importanza, troviamo anche: le città intelligenti ed inclusive (smart city), lo sviluppo urbano sostenibile, l’efficienza energetica, le comunità intelligenti (smart community), la qualità della vita, l’istruzione, l’innovazione culturale e sociale (soprattutto in riferimento alla condizione delle donne), l’assistenza sanitaria, il diritto ad un alimentazione di qualità, la tutela dell’ambiente, la lotta all’inquinamento.
Proprio i dati aperti, secondo il documento internazionale, sono gli strumenti più efficaci per l’innovazione e lo sviluppo sostenibile in tutti i settori dell’economia, della Pubblica Amministrazione, della tutela dell’ambiente e della salute umana, della cultura e della società nel suo complesso.
L’Open data charter è stata ideata e sviluppata in maniera partecipativa a seguito della Conferenza di Ottawa (durante la quale l’Italia è stata rappresentata da AgID), grazie al coinvolgimento di esponenti della società civile e del settore privato.