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L’ISS finirà nel Pacifico entro il 2031. Ci penserà SpaceX per 840 milioni di dollari

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Per riuscire in questo compito, la società di Elon Musk dovrà progettare e realizzare un super rimorchiatore spaziale in grado di far deorbitare la ISS, che pesa 430 tonnellate, fino a farla precipitare nell’Oceano.

Il rimorchiatore stellare di Space X per far deorbitare la ISS

La Stazione spaziale internazionale (Iss) terminerà il suo lavoro entro il 2030, per poi essere deorbitata e fatta precipitare nell’Ocean Pacifico entro l’anno successivo.

L’annuncio l’aveva dato la NASA già un paio di anni fa, ma ora si conosce il nome dell’azienda che si occuperà di tirare giù l’ISS ed è The SpaceX, per 843 milioni di dollari.

Per riuscire in questo compito, la società di Elon Musk dovrà progettare e realizzare un nuovo velivolo in grado di ‘spingere’ la ISS, che pesa 430 tonnellate, a cadere nell’Oceano.

La selezione di un velivolo statunitense per deorbitare la ISS aiuterà la NASA e i suoi partner internazionali a garantire una transizione sicura e responsabile nell’orbita terrestre bassa al termine delle operazioni della stazione. Questa decisione supporta anche i piani della NASA per le future destinazioni commerciali e consente l’uso continuato dello spazio vicino alla Terra“, ha affermato Ken Bowersox, direttore delle operazioni spaziali dell’agenzia, in una dichiarazione riportata dalla BBC.

Una volta raggiunto il fondale, la ISS diventerà una barriera corallina artificiale.

Il problema è tirarla giù, visto il peso e la mole della stazione, ma non solo, perché molto del materiale presente a bordo è di nuova generazione e sicuramente potrà esser recuperato e avviato al riuso.

L’ammaraggi avverrà in una località remota nel Pacifico, nota come Point Nemo, che dista almeno 2.500 km dall’isola più vicina.

Il “Lunar Gateway”

Dopo l’ISS che accadrà? Cosa ci sarà al suo posto?
La NASA, a quando riportato dall’articolo dela BBC, sembra più interessata ad altri progetti commerciali, come la piattaforma “Gateway” (“Lunar Gateway”) che orbiterà attorno alla Luna, mentre lascerà ai consorzi privati il compito di progettare e lanciare nuove stazioni spaziali internazionali.

Come spiegato dall’Agenzia spaziale italiana, la cornice entro la quale si sta concretizzando l’obiettivo di un ritorno dell’uomo alla Luna è il programma della Nasa “Artemis”, che prevede entro il 2024 l’allunaggio della prima donna e del prossimo uomo, l’assemblaggio in orbita cislunare del Lunar Gateway, una Stazione spaziale in versione ridotta, discese sul suolo lunare e la costruzione di un campo base sulla superficie della Luna.

Il tutto in preparazione di future missioni umane verso Marte.

L’impianto normativo si articola in collaborazioni bilaterali e multilaterali, con partner istituzionali, partner privati e specifiche collaborazioni con l’Agenzia spaziale europea e gli altri partner della Iss, per una nuova versione della corsa alla conquista del nostro satellite naturale la Luna e poi del pianeta rosso.

Al momento il progetto ISS è guidato da Stati Uniti e Russia, con Europa, Canada e Giappone a supporto. Tutti i partner occidentali continueranno a finanziare la stazione fino al 2030, Mosca al momento fino al 2028. Molto conterà lo sviluppo delle tensioni geopolitiche in corso tra Nord America, Europa e Asia.

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