Immaginate dei sensori così minuscoli da essere mischiati alla vernice con cui vengono pitturate le pareti per dare informazioni sugli spostamenti dei clienti all’interno di un supermercato o di un centro commerciale o ancora se questi sensori fossero un giorno introdotti nel nostro corpo, così da darci informazioni sul nostro stato di salute in tempo reale. O se lo smartphone, appena arrivati a pochi metri da casa azionasse l’apertura della porta del garage o il riscaldamento.
Bene, è questo il cosiddetto Internet delle cose e stiamo parlando di un futuro che non è poi così lontano. Si tratta di una rivoluzione che a breve porterà miliardi di oggetti a essere connessi in rete, con ripercussioni non solo sul nostro stile di vita, ma anche su diversi segmenti di business.
I profitti, stando alle società di ricerca, sono da capogiro: anche solo eseguendo un calcolo approssimativo – secondo Gartner – tra pochi anni si avranno in circolazione più di 25 miliardi di device interconnessi e connessi in rete. Ponendo che da ognuno di essi i fornitori di software ricavino più o meno 5 dollari, il mercato potrebbe generare un valore complessivo di oltre 130 miliardi di dollari.
Gli operatori telefonici saranno ‘abilitatori’ di queste reti di sensori, ma saranno i produttori dei dispositivi a dover adottare nuovi modelli di business per trarre il maggior profitto dall’Internet delle cose.
Ecco 5 previsioni su come l’IoT cambierà il modo di produrre nel 2016.
- I produttori di dispositivi intelligenti cominceranno a comprendere la necessità di diventare società software-centriche: sempre più spesso, infatti, il valore dei dispositivi sarà definito dal software integrato al loro interno o dal software di controllo che consente di gestirli. I produttori dovranno, pertanto, iniziare a pensare e ad agire come società di software, sfruttando le applicazioni all’interno dei loro prodotti come leva per ridurre i costi di produzione, aumentare l’innovazione e catturare nuovi flussi di entrate. L’adozione di un approccio software-centric implicherà la riprogettazione dei prodotti che da dispositivi scollegati diventeranno sistemi flessibili, collegati senza soluzione di continuità.
- I produttori cominceranno a ‘sentire l’odore’ dei benefici economici dell’IOT: se le innovazioni e le interazioni coi clienti rese possibili dai dispositivi smart attualmente in circolazione sono servite da carburante per la rivoluzione industriale che stiamo vivendo, ci vuole sempre un acceleratore per accendere la fiamma e in un contesto di business quell’acceleratore si chiama ‘richiamo del denaro’. Finora, i produttori di dispositivi di ultima generazione non hanno avuto ampi margini di guadagno, ma le cose cambieranno con l’adozione di nuovi business model associati alla monetizzazione del software integrato ed esterno, che è sempre più centrale nella realizzazione di dispositivi intelligenti e connessi a Internet. Questo include anche lo sfruttamento delle licenze software e la gestione dei diritti.
- L’IoT trasformerà gli oggetti in servizi: un elemento strategico per approfondire la relazione con i clienti saranno le soluzioni su misura per le loro esigenze in continua evoluzione ed ecco, quindi, che i servizi diventano un elemento critico. Ad esempio, i produttori di dispositivi medici saranno in grado di utilizzare i big data per migliorare la diagnostica sulla base delle caratteristiche geografiche, socio-economiche o etniche di un dato segmento di popolazione. I produttori di auto saranno in grado di dotare le loro auto di tutte le funzionalità e degli aggiornamenti disponibili semplicemente attivando o disattivando la funzionalità via software, in base a ciò che il cliente ha acquistato. In questo scenario, il produttore del dispositivo può fare una decisione strategica sull’opportunità o meno di monetizzare una funzione o di fornirla a costo zero.
- L’attenzione ai rischi di hacking dell’IoT terrà banco, aumentando la pressione sui produttori di dispositivi e migliorando, in ultima analisi, la sicurezza. Dal frigo all’auto, quando tutto sarà connesso in rete ci sarà anche maggiore attenzione alla prevenzione e alla risposta di eventuali problemi di hacking.
- L’IoT alla base della terza rivoluzione industriale: La prima rivoluzione industriale ha inaugurato la trasformazione globale col passaggio dal lavoro umano all’automazione. La seconda rivoluzione industriale ha accelerato il cambiamento grazie alle ferrovie, all’uso intensivo di ferro e acciaio, al petrolio e l’energia elettrica. Con l’introduzione nei dispositivi di software embedded e hardware app-driven e la capacità, attraverso la concessione di licenze, di monetizzare queste funzioni, i dispositivi sono diventati soluzioni intelligenti e in grado di generare nuovi flussi di entrate. Il collegamento dei dispositivi intelligenti a Internet sta accelerando la terza rivoluzione industriale, abilitando l’offerta di servizi e nuove soluzioni attraverso ogni tipo di prodotto industriale e di consumo.