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L’Internet of Things entra in casa: mercato da 330 miliardi nel 2025

Internet delle cose

L’Internet delle Cose è una realtà per molti di noi. Una televisione connessa a internet e interconnessa al nostro smartphone e al tablet, è già un esempio di rete di oggetti intelligenti in grado di comunicare tra loro per un mercato valutato oggi 8 miliardi di dollari.

Entro una decina di anni il numero e la tipologia di dispositivi elettrici ed elettronici che si interconnetteranno aumenterà considerevolmente, rendendo la nostra abitazione una classica smart home.

Secondo il Rapporto di Navigant Research, “IoT (Internet of Things) for residential customers”, il mercato delle tecnologie, dei software e dei prodotti dedicati all’Internet of Things arriverà a valere, a livello mondiale, oltre 330 miliardi di dollari nel 2025.

Una cifra rilevante, relativa alle stime sulle vendite attese in tutto il mondo (lungo un periodo di dieci anni) di contatori della luce e del gas di nuova generazione (smart meters), di sensori digitali connessi in rete e al nostro smartphone, di reti wireless indoor, di sistemi per la sicurezza domestica (interna ed esterna), del donwnload di applicazioni dedicate per l’efficienza energetica e il controllo da remoto degli elettrodomestici, dei termosifoni, dell’impianto di illuminazione e molto altro.

Ogni aspetto della nostra quotidianità domestica potrebbe essere investito dall’innovazione tecnologica dell’Internet of Things – ha spiegato Neil Strother, research analyst di Navigant Research – un ecosistema digitale ed elettronico che cresce senza sosta, perché non ha limiti definibili di applicazione”.

Le uniche barriere all’adozione di tali soluzioni per l’automazione, per l’efficienza energetica, la riduzione dei consumi e delle spese in casa, sono i livelli di sicurezza, l’attuale mancanza di un quadro regolatorio preciso e i troppi standard che ne rendono difficile l’interoperabilità.

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