Nell’era digitale e in particolare dei social network è importante parlare di intelligenza emotiva, termine entrato in voga negli ultimi tempi per definire la capacità di gestire le proprie emozioni in modo conveniente.
L’intelligenza emotiva è un aspetto fondamentale per quanto riguarda la qualità della nostra vita e delle nostre relazioni. Il termine è diventato noto con la pubblicazione del libro best seller dello psicologo statunitense Daniel Goleman nel 1995, il quale ha sdoganato un concetto già conosciuto, ma che non era stato ampiamente approfondito.
Questo concetto può sembrare complesso a primo impatto, ma è in realtà semplice: uno dei pensieri comuni è che la mente e le emozioni siano due cose distinte, ma non è necessariamente così.
L’autore ha messo per la prima volta in discussione il QI (quoziente intellettivo) come sinonimo d’intelligenza, con lo scopo di rivelare come la conoscenza della propria sfera emotiva sia alla base di una vita sociale equilibrata.
Alla base dell’intelligenza emotiva c’è l’empatia, a cui si è cercato di dare una definizione fin dall’inizio dei tempi. Goleman definisce l’empatia come la capacità di percepire lo stato d’animo e i sentimenti di un’altra persona, realizzando una sintonia emotiva nei suoi confronti. Le persone con un alto livello di empatia possono capire più facilmente lo stato d’animo di una persona, ascoltarla, essere presenti e sostenerla al meglio.
Già nel 1995 sosteneva che maggior parte dei minori si avviava verso l’età adulta con gravi carenze per quanto riguarda l’autocontrollo e le capacità di gestione della rabbia e suggeriva l’urgenza di insegnare ai bambini e alle nuove generazioni il cosiddetto “alfabeto emotivo”, ovvero le competenze relazionali essenziali.
L’assenza di empatia porta gravi conseguenze nella socializzazione con il prossimo, infatti molti problemi nella vita degli esseri umani possono derivare da deficit dell’intelligenza emotiva, perché gli individui che non riconoscono le emozioni negli altri creano di conseguenza disagio emotivo in questi ultimi. La sfera di emozioni di una persona è illimitata ed è chiaro che non è possibile interromperle, né tantomeno negarle, tuttavia è possibile imparare a gestirle. Le emozioni, se controllate, possono portare le persone in una direzione positiva, al contrario se mal gestite, possono bloccarsi.
Per evitare che le proprie emozioni vengano represse o utilizzate in modo improprio è necessario adottare alcune misure di base. Ad esempio, il primo passo è sviluppare una consapevolezza di sé, delle proprie scelte e di come esse ci fanno sentire; in secondo luogo, imparare a incanalare i propri sentimenti e non lasciarsi dominare da loro.
Nel mondo digitalizzato di oggi, sempre più persone interagiscono online e per questo motivo è ancora più importante coltivare l’empatia e l’intelligenza emotiva, poiché si interagisce con persone diverse, che vivono in contesti diversi e solo in questo modo si potranno evitare fraintendimenti e cattive comunicazioni.
I social network, col tempo, hanno cercato di colmare questo gap emotivo rendendo la comunicazione più empatica, integrando gli “stati d’animo” e le emoji tra i caratteri disponibili, poi inserendo gif e contenuti multimediali da poter condividere, ma questo non basta a creare un reale legame tra le persone.
Riconoscere e utilizzare le nostre emozioni ed entrare in empatia con quelle degli altri è un modo eccellente per padroneggiare i social network. L’impossibilità di creare un contatto faccia a faccia con gli utenti richiede quello sforzo in più: ad esempio prima di inviare una mail o scrivere un commento è necessario fermarsi e chiedersi cosa penserebbe l’altra persona leggendo.
Negli ultimi anni, tra web e social c’è stato un aumento notevole di content creators, a partire da YouTube fino ad arrivare a Facebook e Instagram. In molti hanno trasformato le loro passioni e talenti in veri e propri lavori, condividendo la propria immagine e allo stesso tempo anche la propria vita privata, come nel caso degli influencer. Questo porta spesso anche a comportamenti scorretti degli utenti ma è importante che l’intelligenza emotiva venga usata in modo corretto anche da parte dei creators, che possono usare l’empatia di cui dispongono per superare crisi e commenti negativi creando un dialogo coinvolgente e onesto, così da entrare ancor più in sintonia con gli utenti.
Negli ultimi anni, i social media sono stati il punto di partenza per lo sdoganamento di molti tabù, in primo luogo quelli sulla salute mentale, grazie anche a vari creator che hanno iniziato a diffondere contenuti al riguardo, anche collaborando con esperti del settore.
A questo proposito, uno specialista del settore che ha creato una community, sempre più in crescita sui social, affrontando diversi temi e condividendo le sue conoscenze, è Antonino Tamburello, psichiatra e psicoterapeuta con migliaia di follower su YouTube, Instagram e TikTok.
Nei suoi video utilizza un linguaggio calmo e anche piuttosto ironico ed è riuscito in questo modo a divulgare sul web argomenti in genere poco affrontati, dalla depressione, ai rapporti umani, il tutto facendo attenzione anche agli interessi dei più giovani, analizzando ad esempio testi di canzoni.
Ogni giorno migliaia di persone commentano la sua pagina, condividendo a loro volta esperienze e opinioni e i suoi video riscuotono molto successo e diventano spesso virali, nonostante le tematiche affrontate non possano essere riassunte in pochi minuti di un filmato. Il risultato sorprendente avviene proprio perché è stato fatto un ottimo lavoro di comunicazione empatica e i contenuti portati hanno raggiunto lo scopo iniziale, cioè quello di creare una community e in qualche modo aiutarla, in minima parte, alla risoluzione dei propri problemi.
Quando si lavora nel marketing sui social il modo più vantaggioso di utilizzare la propria intelligenza emotiva è quello di ascoltare attentamente i propri clienti e offrire sempre aiuto e comprensione alle loro eventuali perplessità. Bisogna usare l’intelligenza emotiva anche per capire perché le persone si comportano in un certo modo piuttosto che in un altro.
Comunicando in questo modo è dunque possibile creare community molto attive, che poi vanno gestite allo stesso modo con impegno e costanza. Condividere le proprie passioni significa anche questo e ci sono corsi, come quelli di Digital Coach, che spiegano il lato più tecnico, al quale si può unire la propria intelligenza emotiva.
In conclusione, per rendere il futuro un mondo più empatico, sarebbe necessario introdurre l’alfabetizzazione emotiva nell’educazione scolastica fin dalla più tenera età e rafforzare il controllo da parte del web per quanto riguarda il rispetto per gli altri, così da migliorare in toto la qualità delle interazioni sociali.