Le imprese del mondo della cultura garantiscono al pari delle altre categorie produttive occasione per crescita economica e occupazionale in tutti i Paesi dell’Unione europea. L’industria culturale e creativa da lavoro nell’Ue a 12 milioni di persone contribuendo per il 5,3% del Pil.
È quanto emerso oggi a Firenze durante il convegno “Verso un’Unione europea della cultura: aprire la strada a nuovi approcci per la diplomazia culturale e migliorare la crescita economica dei settori culturali e creativi“, promosso dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea in occasione dell’inaugurazione del primo G7 della Cultura a Firenze (30-31 marzo, Palazzo Pitti), organizzato con il supporto tecnico-scientifico dell’Istituto per la Competitività (I-Com) ed il patrocinio della Città Metropolitana di Firenze e del Comune di Firenze.
Beatrice Covassi, Capo della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, ha ripercorso la “Strategia per le relazioni culturali internazionali” recentemente varata dall’Alta Rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, per dare impulso ai settori imprenditoriali legati alle attività creative e culturali.
Un provvedimento, si legge in una nota della Commissione europea, che si colloca nel quadro dell’Agenda 2030 e che in prospettiva guarda al 2018, l’Anno europeo del Patrimonio culturale.
Agenda recentemente adottata dall’UE che riconosce la cittadinanza globale, la diversità culturale e il dialogo interculturale come principi orizzontali dello sviluppo sostenibile e della politica europea di vicinato e dei negoziati di allargamento.
Gli argomenti sul tavolo sono diversi, tra cui: la tutela e la valorizzazione dei beni culturali “patrimonio dell’umanità”, la lotta al traffico illecito delle opere d’arte, la formazione di task force come i “caschi blu” per salvare l’arte in pericolo, nuove pratiche di gestione e valorizzazione dei patrimoni artistici e culturali.
Tra gli altri partecipanti al convengo, il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, il Sindaco di Firenze, Dario Nardella, il Commissario europeo responsabile per l’Istruzione, la Cultura, la Gioventù e lo Sport, Tibor Navracsics, l’eurodeputata Silvia Costa già presidente della Commissione cultura del Parlamento europeo.
Sono oltre 3 milioni le imprese che operano nel settore culturale europeo, impiegando 12 milioni di persone, ovvero il 7,5% della forza lavoro Ue, e generando 509 miliardi di euro, cioè il 5,3% del Pil Ue e il 13% delle esportazioni.
Se poi alle imprese creative si aggiungono quelle dell’alta gamma, i numeri salgono di 1,7 milioni di occupati e di ulteriori 4 punti percentuali del Pil.
Matera 2019 Capitale europea della cultura è probabilmente l’evento di punta per il nostro Paese, un’ottima opportunità di approvare tutta una serie di interventi per il rilancio dell’offerta di servizi e di incentivazione della domanda, che lasciano ben sperare nell’ottica di un rafforzamento delle imprese creative e culturali anche a livello internazionale.
Nel 2015 l’Industria della Cultura e della Creatività in Italia, secondo dati ufficiali diffusi da Italia Creativa, ha registrato un valore economico complessivo pari a 47,9 miliardi di euro. L’86% di questi è rappresentato da ricavi diretti, derivanti cioè da attività legate direttamente alla filiera creativa, quali la concezione, la produzione e la distribuzione di opere e servizi culturali e creativi. Il 14% rimanente, invece, deriva da ricavi indiretti, relativi ad attività collaterali o sussidiarie.