Il 2014 potrebbe essere l’anno buono per salutare, dopo anni di decrescita, un’inversione di tendenza negli investimenti in ICT. E’ quanto prevede il 45° Rapporto Assinform sull’informatica, le telecomunicazioni e i contenuti multimediali, secondo cui quest’anno si dovrebbe chiudere a +0,6% dal -4.4% dello scorso anno.
Il Rapporto, realizzato in collaborazione con NetConsulting, sottolinea come oggi più che mai quello che conta è la capacità di sviluppare un ecosistema digitale, legata a doppio filo proprio alle nuove aree ICT e in questo senso le dinamiche fotografate nel nostro paese sembrano incoraggianti. A partire dal Cloud, che pur essendo un mercato ancora ai primi passi, ha segnato una crescita del 32,2% rispetto al 2013, quando i ricavi si sono attestati a poco più di 750 milioni.
Continua a crescere anche l’eCommerce che dopo il +18% del 2013 crescerà quest’anno del 17%, passando da 11,3 milioni dello scorso anno a 13,2 milioni quest’anno. L’Internet delle cose ha espresso nel 2013 un mercato di 1.430 milioni (+13%), mentre sono buone le prospettive di crescita anche per tutto ciò che attiene alle nuove modalità di raccolta e utilizzo di dati.
Nel commentare i dati del rapporto, il presidente di Assinform Agostino Santoni, ha sottolineato come l’innovazione digitale stia contribuendo ad aprire nuovi scenari in Italia nonostante le difficoltà e le resistenze evidenti.
“A fine 2013 – ha affermato – le componenti più innovative del mercato legate ad un uso diffuso e avanzato del web, cloud, servizi mobili, pagamenti elettronici, e-commerce, sicurezza, Internet delle cose, soluzioni di integrazione estesa in rete, piattaforme di gestione avanzate, hanno raggiunto un volume di circa 13 miliardi di euro. Si tratta, è vero, di una fetta ancora minoritaria per un settore che totalizza oltre 65 miliardi di euro l’anno, ma va considerato che l’accelerazione verso il cambiamento che queste componenti inducono nell’economia è molto forte, con effetti moltiplicatori e risultati in tempi sorprendentemente rapidi”.
Per massimizzare le opportunità legate allo sviluppo di queste tecnologie, è però necessario averne “piena percezione”, ha aggiunto Santoni, sottolineando come le PMI italiane non sembra abbiano ancora colto a pieno le opportunità del digitale. lo dimostra il fatto che “oggi le piccole imprese contribuiscono a più della metà del Pil e al 65% dell’occupazione, ma sono soltanto al 24% della domanda business di ICT”, ha detto.
Bene ha fatto, quindi, il Governo a mettere l’innovazione al centro del rilancio del Paese, ma sarebbe auspicabile passare dalle parole ai fatti.
“Ci aspettiamo azioni conseguenti, a partire dall’attuazione dei progetti di digitalizzazione connessi all’Agenda Digitale, che hanno grande impatto nel Paese come l’identità digitale, l’anagrafe unica, il fascicolo sanitario elettronico, la scuola digitale, i pagamenti e la fatturazione elettronica, solo per citarne alcuni”, ha concluso Santoni.