Verily, la divisione dedicata alle life sciences di Alphabet, la società che controlla Google, ha annunciato un taglio del 15% dei posti di lavoro a causa di un ridimensionamento di alcuni programmi di ricerca.
Ieri, in una e-mail ai dipendenti, il CEO di Verily Stephen Gillett ha dichiarato che la società licenzierà il 15% del suo personale. I tagli riguarderanno circa 240 persone, ha confermato un portavoce di Verily.
Verily, specializzata in scienze della salute, è una delle consociate di Google, che opera all’interno della casa madre di Google, Alphabet.
È il primo licenziamento dell’azienda guidata da Sundar Pichai dopo un’ondata di licenziamenti nel settore tech che hanno colpito altre società tecnologiche come Meta e Amazon.
Verily: cosa fa la controllata di Alphabet
Verily Life Sciences LLC, denominata in origine Google Life Sciences, era una divisione di Google X fino al 10 agosto 2015, quando Sergey Brin ha annunciato la riorganizzazione aziendale. Il processo di ristrutturazione si è completato il 2 ottobre e il 7 dicembre 2015 è stata quindi rinominata in Verily Life Sciences, o più semplicemente Verily.
Alcuni dei più famosi progetti di Verily sono stati la creazione di lenti a contatto che permettono a persone con diabete di tenere costantemente sotto controllo i livelli di glucosio; una piattaforma di nanoparticelle rilevatrici di malattie e un polsino per il tracciamento di parametri salutari.
Nel 2022 le big tech hanno bruciato 3 mila miliardi
Dopo aver vissuto un periodo d’oro nei dieci anni fino al 2021 che hanno visto crescere i loro ricavi e profitti a un tasso cinque volte superiore al Pil americano, coronato dal balzo anche durante la pandemia, il 2022 si è chiuso con un bilancio negativo per le grandi aziende tech in generale.
Secondo i calcoli dell’Economist, i cinque giganti della tecnologia Apple, Alphabet, Meta, Microsoft e Amazon hanno perso circa tre mila miliardi di dollari di valore di mercato.
I colossi tecnologici hanno accusato una dura contrazione ad inizio 2022, successivamente accompagnata da uno stop alle assunzioni e seguita da ondate massicce di licenziamenti. Secondo i dati di Layoffs.fyi nell’anno appena concluso sono stati oltre 150.000 i posti di lavoro tagliati nelle aziende tecnologiche di tutto il mondo.
Big tech: le cause di una crisi
Diverse sono le cause della fine dell’inarrestabile crescita del settore. Nel 2020 le principali aziende della Silicon Valley crescevano costantemente con l’aumentare del flusso web causato dalle restrizioni. Non solo i ricavi di molte di queste società tecnologiche sono saliti alle stelle, ma anche il loro numero di dipendenti che, con il crollo dei profitti, si sono poi trasformati in esuberi tradotti in annunci di tagli del personale.
Inoltre si è aggiunto il calo della raccolta pubblicitaria nel 2022. Negli ultimi anni molti budget sono stati destinati alle piattaforme online. Ma oggi il fenomeno sembra aver perso parte del suo slancio. Un’altra sfida per le big tech è la concorrenza. La concentrazione dei mercati come quella caratterizzata dal monopolio di Google nella ricerca e di Meta nei social media è destinata a finire. Ne è un esempio il successo di TikTok, che ha portato a sé parte degli utenti di Meta.