La nascita di Libra, il sistema di pagamento, basato sulla blockchain, che Facebook ha intenzione di lanciare entro il 2020, si fa sempre più complicata.
Dopo le preoccupazioni delle Autorità antitrust americane ed europee, lo scetticismo mostrato dai ministri dell’economia e delle finanze al G7 di Chantilly, e dopo la lettera inviata dal gruppo di Authority Privacy firmata dai Garanti privacy dell’Ue, anche la FINMA – l’Autorità svizzera federale di vigilanza sui mercati finanziari – da un forte stop alla nascita del progetto.
“A causa dell’emissione di token di pagamento Libra, i servizi previsti dal progetto Libra andrebbero chiaramente oltre quelli di un sistema di pagamento puro, evidenziando la necessità di ulteriori e approfonditi controlli prima di dare il via libera“.
Il progetto di Mark Zuckerberg dovrà inevitabilmente rispettare le regole ferree impartite nel nuovo documento rilasciato oggi dalla autorità di controllo.
Queste nuove linee guida in realtà hanno un’importanza che va oltre il livello strettamente nazionale. Infatti, la Libra Association, che emetterà la stablecoin di Facebook, ha sede a Ginevra e sarà pertanto tenuta a rispettarle.
Il documento
La FINMA conferma di aver ricevuto una richiesta di Libra Association, con sede a Ginevra, per la valutazione del progetto Libra dal punto di vista del diritto in materia di vigilanza.
“In relazione ai progetti fondati sulle logiche della tecnologia blochckain, dalla metà del 2018 la FINMA ha constatato un incremento dei progetti di emissione dei cosiddetti «stable coin»“, si legge nella nota dell’autorità svizzera. “I progetti in questo ambito mirano perlopiù a contenere la volatilità dei prezzi dei token di pagamento (p. es. bitcoin), ancorando i token a dei valori patrimoniali (p. es. valute fiat, materie prime, beni immobiliari o valori mobiliari). Nel suo documento integrativo alla Guida pratica sulle initial coin offering (ICO), la FINMA fornisce varie indicazioni in merito al modo in cui essa inquadra, nella sua prassi di vigilanza, gli stable coin secondo il diritto in materia di vigilanza svizzero”.