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Libra, il G7 è pronto a bloccare la criptovaluta di Facebook

Il lancio di Libra, la stablecoin proposta da Facebook, riceverà un secco no dai leader del G7 che si opporranno pubblicamente al progetto a causa della mancanza di regolamenti.

Lo spiega l’agenzia Reuters dopo aver visionato un rapporto contenente i provvedimenti che saranno presentati oggi, durante una riunione dei ministri delle finanze di Stati Uniti, Canada, Giappone, Germania, Francia, Italia e Gran Bretagna.

L’incontro discuterà i pro e i contro dei pagamenti e dei servizi digitali. La bozza di dichiarazione, secondo la Reuters, indica che qualsiasi sistema di valuta elettronica dovrebbe essere “adeguatamente supervisionato e regolamentato in modo da non minare la stabilità finanziaria, la protezione dei consumatori, la privacy, la tassazione e la sicurezza informatica“.

La minaccia delle Stablecoin

Per gli istituti finanziari globali il timore è che le stablecoin possano essere utilizzate per il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo.

Il G7 continua a sostenere che nessun progetto globale di stablecoin dovrebbe iniziare a funzionare fino a quando non affronta adeguatamente i requisiti legali, normativi e di supervisione pertinenti attraverso una progettazione appropriata e aderendo agli standard applicabili“, afferma la bozza.

La minaccia di Libra

L’anno scorso, il capo di Facebook Mark Zuckerberg è apparso davanti alla Commissione per i servizi finanziari della Camera degli Stati Uniti per promuovere e difendere il proprio progetto.

Annunciata nel giugno del 2019, la stablecoin di Facebook, gestita dalla Libra Association (adesso si chiama Novi), organizzazione indipendente e non-profit con sede a Ginevra, in Svizzera, che raduna oltre Facebook, 27 partner, ha sollevato dubbi e perplessità nei confronti dei regolatori di tutto il mondo, portando i principali partner a ritirarsi dal progetto.

Ad iniziare l’effetto domino è stata PayPal. L’azienda californiana, pioniere dei pagamenti digitali, è stata la prima ad abbandonare la nave. In pochi giorni la stessa decisione è stata presa anche dalle altre multinazionali come PaypaleBay, Visa, Mastercard Stripe.

Al momento, le perplessità riguardanti il rischio per la sovranità degli Stati, la privacy e la non regolamentazione del settore, permangono. Per questo il progetto di Facebook non partirà.

Attacchi ransomware

La bozza del G7 include anche la preoccupazione del gruppo per l’aumento degli attacchi ransomware affermando che questa tipologia di attacchi “mette a repentaglio le funzioni essenziali della collettività”.

Questo tipo di attacchi informatici sono aumentati in paesi come Stati Uniti, Francia, Germania, Grecia e Italia dall’inizio della pandemia all’inizio di quest’anno.

Questi attacchi, che spesso comportano pagamenti in cripto-asset, mettono a repentaglio le funzioni essenziali insieme alla nostra sicurezza e prosperità collettiva. Affermiamo la nostra determinazione a combattere questa minaccia sia collettivamente che individualmente ”, afferma la bozza.

Recentemente in Italia, due multinazionali del Veneto come Luxottica e il Gruppo Carraro, hanno subito gravi attacchi di questo tipo.

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