Li Ka-Shing, il miliardario proprietario del conglomerato Hutchison Whampoa (che in Italia controlla 3 Italia), è stato preso di mira dai media cinesi, con l’accusa di essersi troppo sbilanciato sugli investimenti a occidente a scapito di quelli in Cina.
Li Ka-Shing, che vanta una fortuna di oltre 33 miliardi di dollari, controlla un vero e proprio impero, il cui primo mattone è stato posto all’età di 22 anni (ora ne ha 87) e che spazia in svariati settori, dalle tlc all’energia ai servizi portuali, passando per il mercato immobiliare.
In Europa, il ricchissimo tycoon ha avviato una notevole campagna acquisti nel settore della telefonia mobile. In Italia, in particolare, la controllata 3 Italia ha avviato il progetto di integrazione con Wind ma ha anche acquisito O2 da Telefonica nel Regno Unito e la divisione Austriaca della francese Orange.
Una ‘campagna di occidente’ che rientra in una strategia di profonda ristrutturazione e che avrebbe provocato le ire di Pechino, con il Quotidiano del Popolo, portavoce ufficiale del Partito comunista cinese, che descrive le sue azioni come immorali, ingrate e in definitiva controproducenti.
Li Ka-Shing starebbe infatti contestualmente avviando una prudente uscita dal mercato cinese, forse in previsione di una crisi economica e di un periodo di conseguente instabilità sociale.
Per il Quotidiano del Popolo, le scelte di Li Ka-Shing sarebbero un affronto al popolo cinese, con cui l’imprenditore ha condiviso la prosperità nei momenti buoni, ma che è pronto ad abbandonare in previsione di tempi duri.
A proposito di questo ‘ritiro’ dalla Cina, il giornale scrive: “si tratta di un normale operazione commerciale o di un atto di cattiva condotta immorale? Di un aggiustamento legale o di una evacuazione impotente?”.
In ogni caso, prosegue l’editoriale, si tratta di scelte che lasciano la gente comune “senza parole” e che potrebbero essere controproducenti per Li Ka-Shing, da molti considerato un vero supereroe, vista la sua parabola ascendente che lo ha visto passare da orfano costretto a lasciare la scuola a 15 a uomo più ricco d’Asia.