I nuovi attentati verificatisi in Europa stanno portando a una rapida accelerazione e concretizzazione delle diverse iniziative fondamentali nella prevenzione e nella lotta al terrorismo. In questo scenario, soprattutto per quel che riguarda la dimensione relativa a internet, assume un ruolo centrale il dialogo tra le istituzioni europee e quelle statunitensi su temi quali la possibilità di accesso a informazioni conservate su server nei due continenti e che, ad oggi, rispondono a norme giuridiche diverse.
Il 16 giugno nel corso della riunione bilaterale tra l’Unione europea e gli Stati Uniti, tenutasi a Malta, (Joint EU-U.S. Justice and Home Affairs Ministerial Meeting) si sono affrontate diverse questioni relative alla dimensione della giustizia e degli affari interni. Per l’Unione europea erano presenti, tra gli altri, il commissario per la giustizia Vera Jourovà, il coordinatore per le attività relative alla lotta al terrorismo Gilles de Kerchove e il Commissario alla sicurezza Julian King, mentre per gli Stati Uniti l’Attorney General Jeff Session e il Deputy Secretary del Department of Homeland security Elian C. Duke. L’inizio della presidenza Trump ha visto l’alternarsi di numerose tensioni fra gli Stati Uniti e l’Unione europea, le quali potrebbero mettere a repentaglio la collaborazione in aree critiche quali la lotta al terrorismo e lo scambio di dati e d’informazioni.
L’incontro di Malta risulta quindi molto importante perché ha ribadito la centralità della cooperazione in questi campi come in quelli della lotta alla radicalizzazione (soprattutto su internet) e della lotta al finanziamento delle organizzazioni terroristiche e del riciclaggio di denaro.
E’ stato affrontato anche il tema dell’accesso da parte delle autorità a documenti e prove custoditi su server che rispondono a una giurisdizione differente (E-evidence). In questo caso si è evidenziato, ancora una volta, come il processo che passa dall’attivazione del trattato bilaterale di mutua assistenza tra Stati Uniti e Unione Europea del 2003 risulti particolarmente complesso e con tempi non compatibili con quelli attuali. Tali criticità si manifestano soprattutto nei casi relativi alla lotta al terrorismo.
Da questo punto di vista, per quelli che riguarda la sola dimensione europea, è necessario segnalare come il Consiglio Giustizia e Affari interni, tenutosi alla fine della prima settimana di giugno, ha deciso di implementare alcune prime misure tecniche che fanno seguito alle riflessioni dei gruppi di lavoro che da oltre un anno discutono sul tema.
Una larga maggioranza dei ministri partecipanti ha condiviso l’ipotesi di considerare una forte iniziativa europea relativa alla cooperazione con le aziende fornitrici di servizi internet anche al fine di stabilire condizioni comuni e standard minimi di tutela per garantire l’accesso diretto ai dati contenuti su server da parte delle autorità. La Commissione, anche sulla base del rapporto presentato il 22 maggio 2017, ha annunciato che una proposta legislativa che verrà presentata il prossimo anno. Sembra quindi delinearsi uno scenario che lascia intravedere una preferenza per la proposta sostenuta dal commissario Jourovà. Sul piano transnazionale, da un punto di vista procedurale, restano comunque sostanziali differenze tra Stati Uniti ed Europa.
Differenze che il recente caso Microsoft deciso dalla Second Circuit Court of Appeal ha contribuito ad evidenziare (www.digitalconstitution.com). Una possibile soluzione, che eventualmente anche le autorità europee potrebbero considerare, è quella di un “Bilateral agreement on data access” simile a quello proposto per Regno Unito e Stati Uniti. In questo caso restano da superare tutte le difficoltà relative alle necessarie modifiche della legislazione statunitense che il Congresso dovrebbe approvare. Oggi un ostacolo non da poco.