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Letta-Meloni, perché il duello online si può fare e in RAI no? Botta e risposta Capitanio-Giomi

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Le opinioni dei due commissari Agcom Massimiliano Capitanio: “Legge su par condicio probabilmente ormai superata”, e Elisa Giomi: “Tutelare par condicio significa garantire più occasioni di confronto, non restringere". La legge va aggiornata o vanno trovati nuovi format?

Alla fine c’è stato il faccia a faccia tra Enrico Letta e Giorgia Meloni. Online. Il confronto video è stato ospitato dal sito del Corriere della Sera moderato dal direttore Luciano Fontana“con regole precise e tempi prestabiliti”, spiega la testata, “sul modello di quelli che si svolgono in vista delle elezioni negli Stati Uniti”.

Questo stesso confronto, invece, era in programma per il 22 settembre, a tre giorni dal voto, a Porta a Porta il programma di Bruno Vespa su Rai1, ma l’Agcom l’ha bloccato richiamando tutte le emittenti televisive e radiofoniche nazionali “al rigoroso rispetto della parità̀ di trattamento nell’organizzazione, promozione e valorizzazione dei programmi di approfondimento informativo che ospitano confronti tra esponenti politici durante la seconda fase della campagna per le elezioni della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica fissate per il giorno 25 settembre 2022”.

In sostanza, Agcom ha fatto rispettare la legge sulla par condicio, la n.28 del 2000, che, invece, non disciplina il web. Ecco perché il duello tra Letta e Meloni è avvenuto online.

I giornali online che diffondono contenuti audiovisivi non sono considerati servizi di media (ai sensi delle seguenti delibere di Agcom 606/2010/cons e 607/10/cons), per questo non possono essere in alcun modo equiparati alla emittenza radiotelevisiva ai sensi della legge sulla par condicio.

Massimiliano Capitanio (Agcom): “Legge sulla par condicio è del 2000 probabilmente è ormai superata, perché non ha nessuna previsione dedicata alla comunicazione politica sul web. Ma Agcom opera nell’ambito dei poteri che la legge le attribuisce”


Sulla vicenda uno dei Commissari Agcom, Massimiliano Capitanio, spiegando all’Adnkronos, perché l’Autorità è intervenuta su Porta a Porta e non sul Corriere della Sera, osserva che la legge sulla par condicio “la legge 28 del 2000, probabilmente è ormai superata”, perché riguarda solo le emittenti Radio e Tv, specificando che “devono assicurare a tutti i soggetti politici con imparzialità ed equità l’accesso all’informazione e alla comunicazione politica”, quindi specificamente “la diffusione sui mezzi radiotelevisivi di programmi contenenti opinioni e valutazioni politiche”. 

“La legge è del 2000”, fa notare Capitanio, “e nessuna previsione è dedicata ad internet. Agcom può e deve operare esclusivamente nell’ambito dei poteri che la legge le attribuisce”. 
“Nonostante questo”, 
ha aggiunto il neo Commissario, “l’Autorità già a partire dal 2017 aveva promosso, di concerto con le piattaforme operanti in Italia, l’adozione di linee guida e codici di autoregolamentazione della rete finalizzati a promuovere il rispetto del principio pluralistico anche con riferimento ai periodi elettorali. Le ‘Linee guida per la parità di accesso alle piattaforme online durante la campagna elettorale per le elezioni politiche 2018’, costituiscono un intervento di autoregolamentazione”.

Queste linee guida sono rivolte per lo più a Facebook, Google, Instagram
“Spetterà all’Autorità”, 
ha concluso Capitanio, “il compito di segnalare al Governo le criticità riscontrate nell’attuazione delle disposizioni normative e, forse, non è più tempo di rimandare il tema”.

Il diritto dei cittadini-elettori di essere informati nel modo più completo e obiettivo con confronti TV e il dovere di RAI di organizzare un faccia a faccia con tutti i principali leader di partito e coalizioni

È vero, il tema non può essere più rimandato da Governo e Parlamento futuri, perché il cittadino-elettore, attraverso il confronto in diretta tra i principali leader di partiti e coalizioni, esercita il diritto ad informarsi e formarsi una propria opinione. Il pluralismo politico e istituzionale non è l’ospitata a turno di rappresentanti politici. 

È il diritto dei cittadini-elettori di essere informati nel modo più completo e obiettivo. Nelle trasmissioni politiche “deve essere rigorosamente osservato il criterio della partecipazione in contraddittorio e del confronto dialettico tra i soggetti intervenienti, secondo il canone della pari opportunità”, ha precisato la Corte Costituzionale nella sentenza con cui ha rigettato i dubbi di incostituzionalità proprio della legge sulla par condicio.

Quanto è mission impossible per la RAI organizzare un confronto Tv in onda su RAI1 con i principali leader politici di partito e colazioni (sono più di 8 persone) al posto di proporre confronti tv à la carte?

Elisa Giomi (Agcom): “Tutelare par condicio significa garantire più occasioni di confronto, non restringere”

La formula “tutti o nessuno” è stata criticata da Elisa Giomi, commissaria Agcom, che ha votato contro la delibera dell’Autorità con cui è stato stoppato il duello Letta-Meloni a Porta a Porta. 

“Vi sono casi in cui ‘tutti o nessuno’ da principio paritario rischia di trasformarsi in strumento censorio. Essendo quattro le coalizioni, prevalentemente con più liste all’interno, per assicurare confronti “a matrice”, di tutti con tutti, servirebbe un’intelligenza artificiale”.

“Il rischio che vedo nell’approccio della delibera”, ha concluso Giomi,” è la censura della libertà dei giornalisti e degli esponenti politici e il frustrarne la ricerca di forme innovative di comunicazione, capaci di incrementare la partecipazione della cittadinanza al dibattito politico e quindi alla sfera pubblica”.

Aggiornamento

Alle ore 17:00 riceviamo questa nuova nota della Commissaria Agcom Elisa Giomi.

“Mi vedo costretta a smentire le dichiarazioni rilasciate ieri alla stampa dal collega Capitanio secondo cui Agcom sarebbe ‘intervenuta con la Rai (Delibera n. 304/22/CONS) per l’annunciato confronto a due tra Giorgia Meloni e Enrico Letta a Porta a Porta’, ritenendo che vi fosse una violazione della par condicio”, ha dichiarato oggi la Commissaria Elisa Giomi.

“Se Agcom avesse riscontrato una violazione della par condicio, il Consiglio dell’Autorità avrebbe dovuto sanzionare la Rai. Invece nessuna violazione è stata riscontrata e la n. 304 non è, come sostenuto dal collega, una delibera di ‘intervento sulla Rai’ ma di generico richiamo a tutte le emittenti al rispetto della par condicio e non vieta di certo il confronto tra Letta e Meloni in TV”, spiega in una nota la Commissaria che aggiunge: “purtroppo questa è un’interpretazione distorta che scaturisce dall’ambiguità della delibera, da me già segnalata, in cui si ipotizzano violazioni della legge del tutto prive di fondamento, visto che ad Agcom non è mai risultato un imminente ‘confronto unico tra due soli leader politici’”.

“Ne è derivata grande incertezza tra gli operatori dell’informazione”, sottolinea Giomi, “e spiace che in una democrazia come la nostra il dibattito elettorale in TV debba svolgersi con il freno a mano tirato. Al contrario l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni è tenuta a dare indicazioni chiare che consentano la piena attuazione dei principi del pluralismo e della parità di trattamento tra soggetti politici”.

Quanto invece al confronto tra Letta e Meloni ospitato dal Corriere.it nella giornata di ieri, conclude la Commissaria: “Se Agcom non è intervenuta non è solo perché mancano specifiche competenze sul web ma anche perché, ci tengo a ribadire, non è il format in sé a violare i principi della par condicio”.

Per approfondire:

Politiche 2022, quando un confronto Tv in RAI?

Comunicazione politica, Morcellini (Agcom) ‘Troppo squilibrio tra tv e web’

‘Dimezzare il tempo di esposizione per chi non accetta il contraddittorio in Tv’. Intervista a Antonio Nicita (Commissario Agcom)

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