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Lepida: welfare digitale tramite lo Spid, per la teleassistenza “a misura di anziano”

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Nel 2045 il numero di anziani con gravi impedimenti motori e funzionali saranno il 50% in più rispetto ad oggi. È questo il dato emerso da una ricerca Auser ed esaminato a Carpi in occasione del “Caregiver Day”. Tra poco più di 25 anni, il numero di persone anziane con limitazioni fisiche sfiorerà i 4 milioni, con un impatto molto pesante sulle famiglie prima di tutto e poi sul sistema sanitario nazionale e regionale.

Una via di uscita, lo sappiamo da tempo, potrebbe esser rappresentata dall’innovazione tecnologica applicata proprio all’ambito delle cure, della sanità, del benessere e del caregiving.  Al centro dell’evento di Carpi, promosso dalla Regione Emilia-Romagna, assieme tra gli altri a Unione Terre d’Argine e Consorzio Anziani, c’erano proprio le tecnologie digitali e il loro possibile supporto a “politiche e azioni per dare cura in una nuova dimensione di domiciliarità”.

Nel contesto della trasformazione digitale del settore sanitario regionale, Lepida ha messo in campo il servizio di eCare, svolto per le Ausl di Bologna e Ferrara, e il pacchetto di servizi online disponibili nell’ambito del welfare digitale grazie all’utilizzo delle credenziali del Sistema pubblico di identità digitale o Spid: “è stato illustrato come la possibilità di usare servizi esclusivamente per via digitale tramite Spid – dalla domanda per usufruire dei permessi previsti dalla legge 104 all’APE social per i caregiver al Fascicolo Sanitario Elettronico – possa essere un efficace modo per ridurre spostamenti, evitare code e attese, conciliare meglio i tempi di vita, di lavoro e di cura”.
Una piattaforma di servizi e applicazioni digitali che consentono di mettere al centro delle cure il paziente, la persona, a partire dalla loro personalizzazione e dalla prossimità delle cure stesse, tese a favorire la domiciliazione, i teleconsulti e la telemedicina.

A Carpi sono state presentate diverse iniziative in tal senso: l’uso dei servizi di geolocalizzazione per favorire iniziative dedicate ad anziani fragili; l’esperienza del Verbano-Cusio-Ossola, con l’avvio di un fondo di fundraising; una piattaforma digitale di condivisione all’esperienza di domiciliarità teleassistita dei Centri per l’adattamento dell’ambiente domestico di Reggio Emilia.

Di contro, sempre dai dati Auser, emerge però un altro problema di natura strutturale, legato proprio alla casa, all’abitazione degli anziani, che purtroppo non è a misura di persona e nello specifico di anziano affetto da varie tipologie di infermità o invalidità.

Punto quest’ultimo che secondo molti esperti ed analisti di mercato potrebbe già essere affrontato e superato, come criticità, sempre grazie alle tecnologie della trasformazione digitale, tra cui le soluzioni integrate nella smart home, principalmente per l’internet delle cose, ma anche con le nuove tecnologie integrate all’edilizia pubblica e ai progetti di social housing.

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