Tra i tanti record di questo grande Paese, c’è anche il sorpasso delle vendite su piattaforme ecommerce rispetto a quelle al dettaglio nei negozi tradizionali: in Cina gli acquisti online salgono al 52% del totale.
Per la prima volta in assoluto, la trasformazione digitale lascia un segno concreto a livello economico certamente, ma anche sociale, come un’impronta storica, cambiando definitivamente il nostro modo di cercare, scegliere e comprare merci e servizi.
La Cina dei record
Nel 2021 in Cina il 52,1% degli acquirenti ha scelto gli store online invece che quelli sotto casa o il centro commerciale (era il 44% nel 2020), contro il 28,9% della Corea del Sud e il 28,3% della Gran Bretagna.
Il 2022 vedrà crescere ancora queste percentuali, con la Cina sempre a guidare solitaria questa tendenza, al 55,6% di vendite online, distaccata in maniera esagerata dai suoi inseguitori (la Corea si fermerà al 31,6%, il Regno Unito rimarrà stabile), che manterranno inalterate più o meno le percentuali di utenti ecommerce.
Indietro e di tanto gli altri Paesi europei, con la Danimarca al quarto posto, con il 19,1% per il 2021, la Norvegia al 17,6% e la Francia all’11%. Lontanissimi anche gli Stati Uniti con un 15% di quota dell’ecommerce sulle vendite al dettaglio.
Un miliardo di utenti online
È quindi in Cina che le vendite online continueranno a crescere, mentre rimarranno stabili nel resto del mondo.
D’altronde, nel grande Paese asiatico si contano ormai quasi 1 miliardo di utenti internet, con più di 72 milioni di cinesi che hanno fatto acquisti online per la prima volta tra marzo e dicembre 2020, portando il numero complessivo a 782 milioni.
Nel 2022, secondo stime eMarketer, il volume di vendite su piattaforme ecommerce raggiungerà i 3.000 miliardi di dollari di valore in Cina.
I motivi del boom ecommerce
Un dato enorme, frutto secondo gli esperti di tre fattori chiave: l’elevato numero di utenti in rete che prima o poi farà acquisti su siti ecommerce; le transazioni online che saranno guidate da canali di social commerce o live commerce; l’effetto Covid-19, con le persone chiuse in casa pronte a comprare in rete qualsiasi cosa, che cambierà in maniera definitiva il modello di consumo in Cina.
Il 2020 ha lasciato una cicatrice indelebile in molte delle economie globali, a causa della pandemia, ma non in Cina. Qui, dopo un breve, ma serio shock inziale, il Governo ha approntato una serie di linee guida per uscire dalla crisi.
Seguendo i piani di Pechino, i cinesi sono riusciti a ribaltare la situazione e portare il Pil a crescere ancora un poco del +2,3%, con stime sull’anno in corso del +7,9% secondo la Banca mondiale.
Anche gli operatori di marketing digitale hanno pianificato di investire di più sul mercato interno cinese, aumentando la spesa del +20% nel 2021. Il digitale rappresenta oggi il 70% degli investimenti in piani di marketing in Cina.